I legami fioriscono e sono retti dall'anima. Tutto ha un'anima. Tutto è anima. Tutto è trama e tutto è labirinto.

Siamo portati a credere che le stelle siano lo splendore del cielo. Che abitino lassù, lontane da tutti come un miraggio di bellezza. Più che un miraggio, in realtà sono la traslazione di ciò che siamo e che tutti, ognuno per proprio conto, ha dentro di sé. La stella in tale ottica appare quindi un archetipo remoto che oltre ad avere il connotato di luce, ha rami che irradiano splendore. In passato l'Esoterismo accademico si è più volte soffermato sull'importanza del punto come centro e origine insito nel cuore delle cose, tralasciando braccia, rami e raggi. Ciò è giusto in rapporto alla scoperta del Sé, ma nel momento in cui volessimo analizzare l'interpretazione tra il Sé e l'oggetto esterno e il riassorbimento del relativismo nel Sé, allora tutto ciò che è periferico rispetto al centro ed esprime verso e direzione, avrebbe il suo fondamento e la sua importanza.
Attraverso la riqualificazione del patrimonio sapienziale delle antiche civiltà e il riferimento ad esso della Fisica Quantica abbiamo compreso che l'esterno non è che una proiezione di ciò che è dentro di noi e che, in quanto tale, ci appare sconosciuto. La psicanalisi junghiana ha anche il merito di aver ripescato questa prospettiva nella riconsiderazione del mondo in rapporto al Sé. Di conseguenza, se tutto è dentro di noi e gli archetipi sono finestre attraverso cui spingerci nel nostro interno, comprendiamo che le stelle che vediamo, sono cariche di luce che consentono di legare la tenebra presente dentro di noi all'illusione esterna.
Tutto ciò che è presenza trascende da una luce propria.
Le stelle quindi, sono spie sui sogni che comunicano al soggetto alti contenuti nella loro segretezza. Di conseguenza, ogni cosa che è fuori di noi esprime raggi e potenza di luce accoglibile attraverso gli anfratti della coscienza. I raggi prendono e conducono, esprimono e offrono e sono delicati messaggeri della giusta condotta, nel momento in cui diamo e attingiamo dall'illusione che apre squarci in noi stessi dove dorme il Vero. Prendere è anche dare perché per prima la luce si crea dal buio per offrirsi spontaneamente, obbedendo all'ordine delle cose. Questi meccanismi che trapassano la nostra logica sono giustificati dall'intelligenza del cuore che applica la sensibilità individuale in rapporto alla lettura delle cose.
Anche gli alberi hanno i loro raggi che svettano dal basso verso l'alto e attraverso questi assorbono e danno per nutrire se stessi. Anche l'uomo ha i suoi raggi che abbracciano e conducono. Occhi e braccia e gambe e i legamenti invisibili della materia piccola e primordiale che viene sorretta dal vuoto che predomina nella materia e caratterizza tutto ciò che chiamiamo Universo.