“Rt” è la radice etimologica di Mordred, il figlio di Re Artù e di "morte".
Le parole vanno molto lontano, si disperdono per accomunare. O forse è la Verità che si palesa attraverso i suoni, tracciando nell'uomo le parole?
All'inizio eravamo animali che emettono suoni gutturali. La lingua era semplice perché semplice era il pensiero elaborato sulla base della vita stessa. Poi, le esperienze hanno forgiato la mente indirizzandola verso il riconoscimento di nuove esigenze. Così l'uomo ha scoperto il fuoco all'esterno di sé, come elemento riflesso delle proprie idee che hanno convertito i bisogni primari in luce, conferendo spessore e potere al Pensiero (da qui l'espressione "mettere a fuoco"). L'Età del Fuoco è l'età dell'ingegnosità e del genio creativo, tramite cui l'uomo ha trasferito il suo fuoco interiore all'esterno di sé, dando vita a forme di aggregazione sempre più evolute.
Nel mito arturiano il fupco come ingegno creativo è rappresentato dalla figura di Merlino, il mago alchimista, colui che profetizza i tempi futuri e l'ascesa di Artù che impersonifica il passaggio dal tempo del fuoco delle idee a quello del fuoco necessario a plasmare la realtà e le armi. Ciò nel momento in cui l'uomo prende coscienza del concetto di possesso in rapporto alla propria corporeità. Al principio e’ il fuoco interiore a produrre la luce necessaria all'illuminazione che si riflette sul mondo esterno come epifania, manifestazione che esula dal piano contingente e diviene comprensione del Tutto.
Il vero incontro e' una visita che produce la visione. Beato colui che riceve la visita inaspettata di un animale. Costui sarà protetto dal Cosmo. L'Epifania è una visita improvvisa che prende forma e può presentarsi nelle sembianze di pensiero. È il Creato che si piega a lanciarci un messaggio.
Paradossalmente oggi, dopo aver toccato il tetto del cielo con grandi menti, stiamo vivendo l'età del declino. Il fuoco va affievolendosi e nell'anima fa tanto freddo. Tanto freddo anche all'esterno e le aggregazioni sono diventate assembramenti inutili e ingombranti. Il fuoco esterno impallidisce forse perché viviamo sempre più distanti dalla luce che abita in noi e che non alimentiamo. Il mondo cibernetico è un mondo asettico che brucia le attività creative dell'uomo. Piano piano noi moriamo per dare spazio alla brutalità primitiva travestita da un progresso che vuole sconfiggere la morte tramutandola in altro. E' l'avvento della distruzione epocale che ci trasferisce al di fuori del principio di ciclicità e rinnovamento, propri dell'Età del Fuoco.