La Gioconda è in ogni enigmatica innocenza, perché l'innocenza è di per sé un enigma per il mondo che ha un suo ordine impostato sulla Creazione.

L'opera di Leonardo, ha quindi una valenza che va oltre l'atto circostanziale dell'elaborazione pittorica di puro ritratto. È l'elaborazione di un Pensiero che è il Pensiero di un mondo pensante e autoriflettente. Da qui il conseguente dubbio che il soggetto dell'opera non sia proprio il grande genio, di per sé una summa del sapere di ogni precedente epoca raccolto dall'Umanesimo.
L'opera della Monna Lisa è magia in disvelamento che permette di accedere consapevolmente all'idea di Bellezza non disgiunta dai suoi principi posti in un rapporto numerico e di misura, quindi lontana dall'arche' e da ogni forma d selvatichezza primordiale. Il mondo è rivisitato dall'Uomo e tramite l'Uomo che riapplica il mistero della creazione, e ripone al centro il principio di armonia ed equilibrio in termini matematici. Le Madonne che costellano il repertorio pittorico e scultoreo dell'epoca riportano al centro il bisogno di quella materia gentile che solo attraverso il Pensiero intelligente può incidere una ridefinizione del mondo, sostituendosi a ogni principio di Immacolata origine che poggi sul concetto di Kaos. Da qui la visione dei giardini rinascimentali non intesi come luoghi di fuga, bensì di concentrazione, in cui ritrovarsi in sintonia con una Natura che non si sottrae alle nuove regole dell'Uomo divenuto suo nuovo artefice.
Nel Rinascimento l'uomo si rifonda in Dio attraverso un nuovo linguaggio non più archetipico o di empatico sentire, bensi’ originato da un'intesa che contempla i concetti di arte e fisicità raccordati alle scienze matematiche.