In questo giorno, come in tutte le ricorrenze celebrative, rischiamo di smarrire il senso di ciò che va ricordato. Erano donne le persone uccise in America nell'incendio della fabbrica in cui lavoravano.

Erano donne ma prima ancora persone. Va ricordato non a torto, insieme allo spirito di abnegazione proprio della donna e che propri la donna tende a cancellare confondendolo con un'attribuzione impostale dalla società.
Io lo voglio ricordare a rischio di mettermi contro il pensiero unico che vuole la donna meno partecipe dei propri legami affettivi, Piu’ distaccata come madre, compagna e amica. Lo voglio ricordare nel disegno astratto dei rapporti affettivi a cui ci sta piegando il Coronavirus, facendo il gioco di chi vuole una società sempre più disgregata e sempre più sorda ai valori. Cosi’ come proprio oggi voglio ricordare cio' che alcune donne hanno fatto della donna. Un nemico incoffessabile sul piano della rivalità esteriore, in questa societa', la nostra dal facile messaggio per cui con la bellezza si conquista tutto e il cuore di tutti. La biunivocità resta sempre più un ricordo nel cassetto se paragonata alla pretesa di sempre più donne di legare sempre più uomini senza legarsi, pretendendo servigi e favori. La conseguenza? Sempre più donne uccidono altre donne, oggi come in un tempo remoto la donna va privilegiando e alimentando la sua sfera istintiva legata al concetto di proprietà, entrando in conflitto con l'uomo per cultura intrinseca girovago. Questo è quanto nel regno della natura in senso lato accade a proposito delle femmine e dei maschi.
Oggi, pero’ a causa di un concatenarsi di processi distorsivi, le capacità riflessive stanno diventando sempre più rare e si va dimenticando l'importanza del dialogo. La maschilità è un attributo contestabile negli uomini e ancor più nelle donne che la ricercano per imporre la propria affermazione, ricorrendo persino alla violenza esercitata sulle loro simili. Questo orientamento della società va assolutamente corretto alle radici, dalle famiglie e dalle istituzioni già quando i bambini sono in età prescolare. L'impulsività rettiliana associata alla brutalità fisica crea effetti devastanti per la nostra umanità e ad essa va contrapposta urgentemente la cultura discorsiva, altro rispetto a quella spicciola dei quiz che sempre più spazio trova già in età primaria. La cultura discorsiva rallenta gli impulsi alla reattività fisica e non solo, a dimostrazione di quanto la mente possa influenzare anche il corpo nei suoi processi evolutivi.