È bello ciò che compare in un baleno ed estintosi, permane dentro. E allora, in questo caso, la Bellezza diventa insegnamento.
Ci si rivoluziona nel dolore. Il dolore è la necessità che si fa strada quando urge un cambiamento. È l’invito da parte della Psiche a guardarci dentro per darci quelle risposte che, solo intraprendendo un altro percorso, potremo darci. La risposta al dolore, se rimandata, causa danni al corpo e si presenta in forma di malattia. Il dolore non è mai colpa, è semmai la conseguenza di dialoghi inascoltati con la nostra coscienza che sa sulle basi di esperienze conosciute e che partono da lontano. Sapere è diverso da conoscere, così come esistere è diverso da essere. Dal famoso episodio della Caduta, l'uomo cerca di rintracciarsi nella condizione odierna attraverso filtri di pensiero che sviluppano ragionamenti e risposte al di fuori della logica dell'appartenenza. Per appartenere occorre trascendere le linee del tempo e dello spazio e ricondursi alla matrice che ci ha generati e destinati. In tal senso, la croce è vista come percorso esperienziale. Noi ci troviamo nel punto di incontro delle due linee e dei due percorsi e per ritrovarci dobbiamo ascendere, percorrere entrambi i binari, quello orizzontale terreno e quello verticale della luce, per ritornare alla nostra essenza primigenia. Lì troveremo la comunione con Dio e in tutte le cose. L'azzeramento di tutto e del vissuto e’ esperienziale e non salto nel vuoto. Occorre consumare le tappe volta per volta per poi risolversi in Lui. È tale l'esperienza mistica a cui siamo chiamati tutti in questa dimensione e che gli Orientali rappresentano attraverso la Maschera Neutra poi adottata dal Teatro Occidentale .
L'esaltazione della Croce che marchia in prospettiva anche l'esperienza del Natale, indica la disponibilità da parte del Cristiano a percorrere gli stati esistenziali in piena armonia con la Verità a cui obbedisce e che l'attende dopo. Non vi è esaltazione del dolore fine a se stesso ma finestra sulla gioia, apertura alla luce intanto elaborata dalla Fede. Pertanto, scollegare il Natale dalla via della Croce è come cogliere l'effimero che intontisce con l'assemblamento di luci. Natale e morte si appartengono nella venuta del Cristo che e’ anche espressione delle divinità solstiziali e vegetative descrittive dalla ruota delle stagioni. Divinità solstiziale ed equinoziale, in quanto a quest'ultima fa riferimento la Pasqua collegata all'equinozio di Primavera in cui luce e terra si baciano prima di separarsi in prospettiva del lungo viaggio verso l'alba della Vita che altro non è, se non l'esperienza di Resurrezione come liberazione dalla croce.