Non può un saggio non avere fede, la sua fede è nella via delle stelle che lui segue e richiama.

Se l'uomo comune crede che sia la via, definita Destino, a chiamarlo, il saggio vede all'incontrario, ossia crede che sia lui a richiamare la via. L'esperienza del richiamo è fondamentale per ogni ritorno a casa, e la stiamo perdendo perché distratti da chincaglierie e vociare fatui.
Il richiamo è alla base del ritorno e in esso si concentra ogni esperienza mistica.
Il viaggio di andata non è forse un.viaggio di ritorno verso chi ci attende da sempre? E se non ci conosce, come può aspettarci? Siamo tentati a confondere ciò che è forma apparente con ciò che identifica la forma della sostanza. La sostanza è la vera forma e il viaggio di discesa in se stessi si può iniziare solo se si e’ saliti in alto. “Come in cielo, cosi’ in terra" recita il Padre Nostro, focalizzandosi sulla sua forma discendente che dall'Alto fa scaturire tutte le cose e le generazioni, fino alla Fine dei Tempi. il concetto di “fine dei Tempi" ci pone in relazione a tetto del cielo visibile oltre il quale scorre l'Eternità. L'Eternità è il presente che perde la febbrile misurazione scandita del tempo, che ritroviamo a seguirci e che noi seguiamo ogni giorno. Per tanto la via mistica è quella del solitario, di colui che non segue e né tanto meno vuole essere seguito. Nella quotidianità corrente noi utilizziamo la parola “follower” seguace, che deriva dalla stessa radice che ritroviamo in “fero- fers" portare, e nell'inglese “to feel” sentire. Il portare e’ di chi si porta verso e il sentire è di chi avverte dentro di sé un richiamo che si fa trasporto. Da qui l'inglese “feeling” che sottolinea l'empatia tra due anime.
Nella dimensione amorosa, l'eternità e’ il presente che rende intramontabile la storia stessa, in una corrispondenza biunivoca. Se e’ vero che il tempo nell'ambito storico contingente è nel suo scorrere legato all'apparenza, puo’ succedere che la coppia si sciolga nella vita terrena, mantenendosi imperitura nel fuoco dell'anima. Questo è proprio degli amori che ardono ma non bruciano e trascendono la dimensione terrena. La generazione dei saggi è pertanto di derivazione celeste, proveniente da amori che non si misurano con la logica del presente temporaneo, ma sono inscritti nel presente eterno.
L'Amore, detto ciò, è di per sé una religione, come lo stesso Gesù ha ricordato in vita ed è stato ripetuto indipendentemente da lui da maestri e saggi che gli sono succeduti, non ultimo da Osho. È impossibile ritrovare il fuoco sacro dell'Amore nella confusione, si può invece riconoscerlo per chi dimora in solitudine e contempla la via delle stelle. Attraverso le stelle si esprime la Bibbia in merito alle generazioni future di Dio tramite Abramo. Il riferimento alle stelle e’ altresì presente nella mitologia nordica in rapporto ad esempio al ciclo Arturiano incentrato sulla tavola rotonda espressione dello Zodiaco e della mappa ultraterrena.