La farfalla non sa di essere bella, vola. La Bellezza non è per se stessi ma per chi ha gli occhi sul mondo, e così la farfalla che ha bellissimi disegni sulle ali non può vedersi. Indossa la firma di Dio.

Per nostra natura riusciamo a vedere ciò che non siamo. Gli occhi si stendono all'aperto e osservano il mondo, ma colui che è non ha occhi perché ciò che è è diverso da ciò che si è.
Gli occhi di Dio siamo noi quando scrutiamo in noi stessi e così facendo ci allontaniamo dalla Natura e dalla naturalezza. In quanto tale, il filosofo esce dall'abbraccio della Natura, si isola per guardare e cercare il filo all'interno della ragione che giustifichi tutto. Il mistico no, egli è nella Natura che lo esalta e tramite quest'operazione egli salta e vola, dimenticandosi di sé e sposando la bellezza.
L’amore vero è anch'esso un salto. Un tuffo e un salto in cui si compie la sua pienezza. L'amore è uscire dall'ordinario nella quotidianità e toccare Dio.
Il filosofo e il mistico entrambi escono dall'abbraccio che è perdersi nella continuita' di un flusso. Il filosofo è colui che ignora o ha dimenticato lo stato di abbandono che si prova all'interno della circolarità di un abbraccio a cui si riconduce l'esperienza del Mito. Il filosofo non usa la poesia ma ne traduce il significato, così fa con le favole. Il mistico che prova saltando l'abbraccio di Dio, è egli stesso emozione e sgomento. Le colonne portanti del Mito e della sua Bellezza attraverso lui si fanno espressione intraducibile.