La discrezione è una porta socchiusa
Oggi mancano le mezze misure. Si tende ad essere risoluti e sbrigativi, spalancando o al contrario serrando. Probabilmente perché abbiamo perso il pudore. Il pudore è un filtro che lascia passare la luce da una tenda bianca che volteggia al venticello offrendo purezza. Il sorriso indossa qualcosa di bianco, è un sole adagiato tra le lenzuola.
Il pudore è slancio contenuto, un filo che s'intesse con la persona con cui entriamo in relazione. In un mondo che ha sempre le gambe spalancate, il sorriso è in cammino alla ricerca di quella confidenza empatica che s'instaura tra le anime in sintonia. La gente che sorride se ne vergogna, quasi commettesse un reato verso la propria intimità, quando questa viene violentata svariate volte dal bisogno di essere sempre in mostra perché altrimenti si è nessuno.
È un gesto eroico sorridere oggi, per questo incompreso. La discrezione di un sorriso è reciproca esplorazione. il sorriso è l'anticamera del dialogo spesso negato da chi rimane per conto suo, assorbito e vittima della solitudine. Il solitario sorride, perché in dialogo con se stesso, chi è solo no.
Il ritratto della solitudine oggi è un bambino lasciato davanti al video giochi. Un'immagine spesso sotto gli occhi di tutti eppure, ignorata da una finta cultura che ci vuole così.
Chi sorride rompe schemi e schermi. Si apre tutelandosi, obbedendo alla vita che pulsa dentro, come fa un fiore in procinto di sbocciare. Sembra indugiare, alla fine si apre, seppur timidamente si offre. Non possiamo riscoprire un sorriso se non ritroviamo l'importanza del dialogo.
Tra i soliti percorsi turistici che pilotano le nostre vacanze, si dovrebbe inserire il percorso del sorriso per quanti si mettono in movimento alla ricerca del sole. Io personalmente ho la fortuna di vivere in una regione, la Calabria, dove la gente sa ancora sorridere e vivere. Non ci facciamo caso noi che vi abitiamo se non quando chi viene da fuori ce lo fa notare. Ultimamente qui ad Amantea ho incontrato due donne anziane settentrionali in vacanza con un bisogno estremo di colloquiare. Il volto contratto esprimeva la necessità di ritrovare il sorriso. La seconda in venti minuti di racconto ha concentrato tutta la sua vita. È qui per curarsi dall'indifferenza altrui come le due Francesi ieri in libreria, madre e figlia, in cerca di dialogo nonostante non sapessero una parola di italiano.
Sarebbe bello che qui al Sud venissero a curarsi l'anima, ma occorrerebbe essere pronti all'accoglienza che non è solo ordine e pulizia, ma saper offrire se stessi e per questo è necessaria la lealtà e recuperare quella grazia che forse non è andata del tutto perduta.