Nel sonno noi ci ricreiamo e tocchiamo l'infinito. Se da svegli siamo finiti, dormendo ci riportiamo al nostro centro. L'arte fiorisce dal sogno, ma è anche vero che si ha bisogno del confine per poter abbracciare ciò che sta oltre.

L'immagine lirica dell'Infinito che troviamo espressa nel componimento di Leopardi ci porta a riconsiderare il rapporto tra il mondo e il Cosmo quest'ultimo celato dalla percezione visiva che è limitata e limitante. Alla luce di ciò capiamo che il rapporto individuo approfondimento e sviluppo della coscienza non è dialettico per retorica, bensì necessario. I bambini hanno bisogno di sentirsi collocati negli spazi finiti per sviluppare la spinta a valicare ogni frontiera attraverso la creatività. l'educazione formativa è di supporto ad ogni tipo di ricerca.
La società attuale troppo permissiva tende ad abolire ogni confine e la politica di una indiscriminata accoglienza agevola tale processo. Si aggiunga l'uso forsennato dei social e del virtuale che inculcano principi non veritieri secondo i quali ogni limite può essere varcato ricorrendo alla cibernetica. La cultura attualmente ribaltando i concetti della filosofia ermetica secondo cui siamo essere divini e infiniti calati nella contingenza. Il capovolgimento di tale verità sta producendo l'effetto di impoverire la capacità creativa dei bambini, spianando la strada a una società di automi.
Il mistero abita l'infinito e si apre a noi attraverso i sensi che vanno pertanto educati e salvaguardati. In base a ciò possiamo asserire che i luoghi ci corrispondono nel momento in cui definiscono la nostra concezione di bellezza. Ci sono varie tipologie di bellezza, non ultima quella empatica capace di farci sentire a nostro agio. La percezione della bellezza empatica ci riporta all'unità perduta sgretolatasi con la deriva del tempo. Ritrovare diviene quindi un recuperare per le vie dell'infinito empirico che nasconde l'essenza. Dentro la corteccia delle cose abita quel quid che a seconda delle diverse sensibilità ci ricongiunge all'infanzia della vita, ai primordi.
Il caro perduto che ci completa corrispondendoci può essere il luogo che suscita in noi l'impressione di un abbraccio. Tra tutte le figure retoriche la sinestesia, basata sulla reciprocità, ci aiuta a ripescare la via perduta, l'unica che ci riporti a casa.