Al tempo d'oggi non c'è stabilita’. Cascando le frontiere e’ come se un violento tsunami si abbattesse su intere fette di popolazione, travolgendole.
L’impressione che si ha fotografando quest’epoca è che ogni forma di principio venga sotterrata da un voluminoso vuoto che vuole l’affermazione di tutto e del contrario di tutto, riconoscendosi nel guru di turno presentato nelle vesti di un’illuminante figura che però presenta retroscena sconvolgenti.
L’Anticristo di cui si fa menzione nell'Apocalisse avrà sembianze di agnello e facendo terra bruciata intorno a sé, cadrà nell'incubo da lui stesso generato, preparando l'avvento di una nuova infanzia di popoli. L'età dell'Acquario avrà quindi la caratteristica di chiudere e aprire un nuovo ciclo, inaugurando la primavera dei tempi. A salvarsi sarà quell'umanità padrona del proprio sogno nel quale si tufferà alimentando la fiamma della vita. Si può essere padroni di un sogno senza personaggi?
Può un sogno alimentarsi della solitudine dell’individuo? E cosa fa di un individuo una persona? Non è forse la dimensione di compartecipazione a un principio comune a far sì che una profusione d’intenti prenda forma e animi il destino di una comunità?
Il destino si delinea col linguaggio dei sogni. Si libera della propria individuale libertà costitutiva per planare tra le griglie dello spazio e del tempo, convogliando le azioni umane. Ciò che ci rende persone è l'abbandono di un viaggio singolo al fine di abbracciare e condividere progetti più grandi, affinché nessuno si senta più solo e spalle al muro con la propria solitudine.