L’illimitato e’ sinonimo di liberta’ e di riempimento. Si ha oggi la percezione che impiegando al massimo il proprio tempo, si raggiunga la pienezza esistenziale che consentirebbe di superare ogni frustrazione.

La realta’ pero’ e’ un ‘altra. Contrariamente a quanto si crede, non e’ menandosi a capofitto in una qualsiasi attivita’ che si colmano i vuoti interiori e infatti, la bulimia del fare accompagnata da uno stile di vita frenetico lascia aperte le ferite determinate dall’insoddisfazione esistenziale. Non sempre il caos e’ costruttivo. Per colmare i vuoti dell’anima e’importante l’impegno a portare il buio ove c'è troppa luce, onde evitare che disperazione e dispersione si facciano strada dentro di noi.
Il confronto con se stessi spaventa perche’ ci conduce a verita’ inaccettabili. Alla base di questa incontrovertibile realta’ c’e’ il disconoscimento della dignita’ personale come incommensurabile valore. La dignita’ e’ il primo principio che dovrebbe essere non tanto insegnato quanto recuperato dall’interno dell’individuo che alla luce di tale operazione diviene persona.
La dignita’ e’ il fiore che sboccia nel deserto dell’antetempore, premessa ad ogni azione e traguardo umani.
Oggi la dignita’ e’ assopita all'ombra delle virtù inserite in una nuova ottica che le vede scavalcate dalle qualita’ individuali poste al servizio del successo. La dignità ha come unico obiettivo la realizzazione della persona e non dell'individuo, e fiorisce dove c'è l'umiltà che rende fertile e produttiva l’interiorita’ umana.
Se la societa’ del profitto tende a cancellare la cultura del limite tramite una frenetica ricerca del successo, la persona riconosce al contrario, in base alla consapevolezza e al disvelamento del valore della dignita’ che le sono proprie, la facolta’ di salvaguardare quei limiti in relazione con la decenza e ogni principio etico. La polverizzazione dell'etica vede oggi la confusione tra principi morali e moralismo inculcato ad uso strumentale col fine di ottenere in ambito sociale dei risultati che frenino l’evoluzione della persona stessa. Ed e’ su questo punto che s’infiamma il dissidio tra individualita’ e individualismo, facendo sì che la prima venga assorbita e neutralizzata dal secondo al fine di renderci tutti governabili.