Credere che l'Universo sia tenuto insieme e regolato da una rete di legami connettenti significa implicitamente accettarne l’evoluzione in fieri e quindi, il carattere infinito.

Nel caso specifico dell’Universo il carattere infinito fa corrispondere alla forma la sostanza, la parola al suo significato e il significato all'immagine. Ciò che è infinito è infinito nel suono poiché il suono contiene in sé significante e significato. In base a questi due elementi noi riusciamo a cogliere il nesso tra il tempo e l’infinito e a trasporlo in immagine.
L’infinito e il finito sono concetti gia’ presenti in noi a prescindere dai loro connotati qualitativi e quantitativi. Li riesumiamo dal sonno della vita crescendo, maturando nelle esperienze e grazie al sentimento dell’empatia. Come ci comunica la parola stessa, empatia significa essere con tutto se stessi dentro colui a cui ci rapportiamo e col quale ci sentiamo in sintonia. L’empatia e’ quindi avere un cuore in tutte le cose e cio’ obbedisce al ritmo del nostro respiro di espansione e di ritorno. In virtu’ di tale ritmo, noi assumiamo la percezione dell’infinito a cui ci rapportiamo e che contribuiamo a espandere col nostro Se’. L’ego invece, tende a contrarlo per il fatto stesso di riportare il molteplice, espressione di un principio primordiale, alla scaglia infima dell'essere degradato nel suo significato originario. L’egoicita’ coglie e mantiene in vita la frammentazione del tutto, l’Essere invece concepisce l’Unita’ nel divenire che e’ sorgente di vita. Se l’ego finisce con la morte, il Se’ va oltre, disperdendosi tra gli echi del Cosmo che e’ la nostra vera casa.