L’oblio, comunemente associato alla condizione della dimenticanza, indica uno stadio di momentanea perdita a cui seguirà quello del recupero dell’oggetto dimenticato o solo offuscato.

A differenza dello stato di perdita definitiva che riscontriamo nella dimenticanza, l’oblio e’ il letargo invernale da cui rinveniamo solleticati da un qualcosa che ci riporta in vita l’oggetto ascoso. Dall’oblivium latino, la parola oblio contiene lo scolorimento di un ricordo fino al buio totale. Col rinvenimento interiore, da intendersi una vera e propria riesumazione di quel dato prima perso, noi ci sleghiamo dalla contingenza svaporante del tempo per ridiscendere in noi stessi.
La psicanalisi nasce da una grande considerazione mossa nei confronti dell’oblio scatenato dagli stadi di crescita determinati dalla distrazione nei confronti del patrimonio culturale interiore a beneficio dell’assorbimento dell’uomo verso l’esterno. L’oblio narra degli echi dei miti perpetuatisi attraverso l’esperienza di interrelazione tra il dentro e il fuori, rispalancando la porta segreta che conduce alle cantine citate da Jung. Qui dimorano gli archetipi narranti la nostra esistenza infinita che prevalica i confini storici conducendoci all'Assoluto inteso non piu’ solo come sostanza dell’essere individuale, ma come percorso e tessuto di un’intera comunita’. Alla storia comunemente nota si accompagna una narrazione silenziosa quanto fondamentale che da’ voce e definizione al bagaglio emozionale intuitivo noto come inconscio collettivo.
L'oblio o condizione di parentesi e apparente morte implica una discesa in se stessi a cui corrisponde pariteticamente uno slancio verticale nella dinamica dell'esistenza. Lo ritroviamo cadenzato nel volo sciamanico cosi’ come nel percorso ultimo del Gesù storico che, attraverso la morte, risorge alla sua natura cristica primigenia.
L’esperienza dell’oblio e del conseguente risveglio e’ pertanto da intendersi sacra, perche’ radicata nell’uomo e riflessa nelle filosofie escatologico metafisiche, cosi’ come nella spiritualita’ di fede. Siamo tutti uniti nell’Altissimo, ma risvegliandoci ci riappropriamo di cio’ che non e’ piu’ un’idea astratta ma vera sostanza.