La vita è superare ogni cosa e passare sopra la morte. La vita e’ cio’ che spunta la’ dove il pensiero pone il limite dell'assenza.
È uno scenario in continuo mutamento che però lascia parlare la sostanza. La vita non e’ un soffermarsi sulla sopravvivenza ma ricerca dell'esistenza. Occorre coraggio per vivere ed il coraggio (lasciarsi condurre dal cuore) porta al superamento del tempo e alla vincibilita’ sullo spazio.
La gente oggi e’ portata a sopravvivere e si adagia sulle consuetudini. Le consuetudini determinano lo stile di vita di chi muore nel l'abitudine. Se è vero che le parole delineano il pensiero e che il pensiero determina la materia (concetto questo bruniano) è anche vero che la sopravvivenza poco ha a che fare con i sentimenti. si sopravvive nell'inettitudine e nella mancanza di presenza. Occorre essere presenti per vivere e quindi agire nel pieno adempimento delle proprie responsabilita’ che hanno il merito di aprire un varco nella corazza delle apparenze e farci scendere in noi stessi.
Piu’ siamo vicini a noi stessi e piu’ riusciamo ad amare. E allora, quella sedia rimasta vuota o la tenda non piu’ scostata da chi prima sporgeva lo sguardo oltre i vetri non saranno piu’ registrati da uno sguardo distratto e altresi’ assuefatto all’abitudine, ma ci lasciano l’impronta di una presenza.
Oltre il limite dell’abitudine rasserenante c’e’ l’uomo e il suo rapporto col Cosmo interiore e del Cosmo rappresentato dagli spazi che governano l’intelleggibile. L’uomo e’ un assoluto che crea e attraverso la creazione si ricrea, agendo e governandosi. L’abitudine invece e’ senz’anima, insulsa immobilita’.
Ieri 17 febbraio abbiamo ricordato la morte di Giordano Bruno arso sul rogo nel 1600 per volere della Chiesa, perché uomo libero e maestro di libertà. Il 17 febbraio e’ anche la giornata mondiale del Gatto e il valore delle due ricorrenze si sovrappone, in quanto il gatto incarna la magia della Natura, colui che non sa ma e’. Il 17 è il numero del riflesso del Cosmo nell'Unita’ da cui si espande e a cui fa ritorno come le onde del mare in un continuo ciclo di andirivieni che determina il ritmo della vita. L’uomo e’ il Cosmo e il Cosmo e’ nell’uomo e questa verità e’ radice di conservazione nel mutamento.