Il sogno è un'esperienza comune e altresi’ indecifrabile che ci pone dinanzi al l'evidente confinamento della ragione umana.

L'interpretazione dei sogni per quanto abbia visto impegnati luminari del pensiero umano come Freud, si presenta inattendibile e lacunosa perche trasferisce in una dimensione che noi razionalizziamo e visualizziamo come nebbia.
Il sogno è l'inconscio, ma anche lo sconfinamento in altri ambiti che a noi con l'impiego della mente non è dato conoscere.
il Sogno e’ questo, il decifrabile e l’Altro, l’elemento che sfugge. E’ desumazione di un imprevisto dal reticolato di infinite possibilita’ che collimano con la componente del caso, accadendo sotto la sembianza di coincidenze. Quando parliamo di sogno, inevitabilmente ci trasferiamo sul piano delle metafore e dei simboli, convinti che qualcuno di esterno, ma in realtà molto interno a noi, ci stia offrendo un supporto per la navigazione difficile nel marasma dell'esistenza.
Il sogno e’ l’innesto immaginifico degli dei nel nostro mondo. La proiezione esterna che scende dentro di noi per materializzarsi in decodificazione di cio’ che e’ e che a noi sfugge. Il sogno e’ sedimentazione di piani sovrapposti in cui l’essere scaccia la forma mutevole. Il mondo delle nuvole ripara e protegge il sovrasensibile imperituro che abita in noi come sostanza. Il Sogno, in quanto prodotto della nostra sostanza inreriore, utilizza i linguaggi dell’arcano che sposa il presente, contestualizzandovisi.
Trarre dal Sogno elementi rassicuranti riguardo una determinata scelta da fare puo’rivelarsi ingannevole, in quanto ci si aspetterebbe di vedere spostata la nostra attenzione dalla forma di una realta’ composita ed effimera a cio’ che e’sostanza e non sempre intuibile. Se e’ vero che con la morte un nostro caro si trasferisce nel non luogo che e’ altresi’ la dimensione del cuore, possiamo in franchezza asserire che il sogno spesso veicola il messaggio di un defunto che mai avremmo potuto ritrovare cosi’ vicino da vivo, come ora che e’ in noi.
E’ il grande paradosso che sublima l’esistenza constatare che nel finito agglomerato di regole e codici di linguaggio coesista un mondo sconfinato che ci porta ad essere illimitati e divini. I popoli antichi questo lo sperimentavano quotidianamente, al punto da considerare il sogno la presenza autentica del loro essere in questa dimensione, catturata da chi vive oltre i confini tangibili e si china sull’abisso per porgere il profumo dell’immortalita’.