È un'illusione ritenere il viaggio una condizione di transito verso il compiuto. il viaggio è una forma di essere che santifica ristabilendo armonia tra le singole parti che compongono l’interiorita’.

Non si viaggia per cercare, ma per trovare e si trova nel momento in cui si raggiunge una condizione di pace, perché allora si è in equilibrio, riconosciuto di avere tutto in se stessi. Trovare quindi, corrisponde a ritrovarsi. Allora ci si coglie come un bouquet che assembli tutti i colori e i profumi e le tonalità dell'anima, riconoscendone il timbro di ciascuno e del tutto.
Si viaggia per rispettare se stessi, per una forma di conquista e apertura tramite la quale mettersi in gioco includendo gli altri. La gente comune viaggia per sentirsi appagata da cio’che non ha. Per permettersi la realizzazione di un sogno che assume i contorni di una lussuosa e sfrenata agiatezza. Cio’ e’ rassicurante quanto possano essere per un ricco i confort. Basta una pausa che il vuoto assale, facendo precipitare l'anima con un volo in picchiata. Per tale ragione si teme la pausa, la si evita, preferendo accelerare i ritmi dell’avventura chiamata vita che elude i contatti profondi con gli altri. Ma e’ proprio attraverso lo scambio pulsante che la vita realizza se stessa compiendosi.
Non puo’ esserci viaggio se non nella reciproca comprensione atteaverso cui si esprime l’amore. E in questo caso accade che il viaggio sia una fioritura continua resa fertile dall’incontro con gli altri che schiude nuove frontiere di pace. Un viaggio senza amore svuota, divenendo effigie di una vita inscatolata nell’aridita’. Solo l’amore matura frutti e schiude le porte della gioia che a differenza della felicita’ perdura oltre gli attimi nutrendosi non di gesti estremi, ma di quella rassicurante condizione di pace in cui attingiamo offrendoci, come suggerisce la parola stessa “comprensione”.