Nel precedente articolo (Il caso e la morte) ho parlato della morte come prodotto culturale che si riflette nelle regole sociali. Sono proprio queste a stabilire nei rapporti amorosi clandestini il tempo della loro durata.

La parola morte e' di fatto legata nella sua accezione latina Mors-mortis all'etimo Mor-moris che significa costume, moda, usanza. La morte e' quindi collegata allo sviluppo sociale di una comunita' che ne traccia l'origine come pure le ambizioni di superamento e sconfitta. La morte e' pertanto dissoluzione a cui si contrappone l'amore che obbedisce invece alla volonta' di superare ogni regola e convenzione. A-more risulta infatti significare senza morte perche' superamento di ogni costume elaborato dalla societa'. E' obbedienza alla Natura che ha in se' il germe dell'eternita' e della transmutazione sulle ali del tempo.
Il dinamismo non e' pertanto in conflitto con l'esigenza d'immortalita' insita nella Natura e in tutte le sue creature. Si cambia mantenendo intatte le radici e il proprio dna strutturale, cosi' come l'indole innata.
Le questioni rimaste insolute nell'infanzia orientano la nostra vita. Ma a volte, il Destino è più forte e questa forza che s'impone alle nostre scelte può essere definita Fede.
La parola Morale fa riferimento a un carattere proprio e specifico dell'essere umano, che viene coltivato in base agli stimoli che egli riceve dal contorno e che hanno l'obiettivo di portare in superficie i suoi tratti connaturati e quindi sani. Immorale e' colui all'opposto che si allontana dalla legge di Natura inscritta in ogni cosa. Allo stesso modo risulta amorale cio' che non rientra nel processo di formazione di crescita di un individuo.
L'imprinting che egli riceve e le sue conseguenti risposte possono segnare il corso del suo destino al quale la vita, intesa come superamento di ogni convenzione e quindi nel suo fluire intenso e spontaneo della Natura, puo' porre rimedio. La Fede pertanto puo' essere intesa come lo slancio che la vita possiede verso il futuro, slancio che noi liberamente assecondiamo e al quale diamo il nome di Vita.