L'annientamento delle individualita' e' un processo degenerativo sotto ogni profilo che ha inizio con la rivoluzione industriale.

La schiavizzazione degli operai come fenomeno involutivo delle societa' occidentali aveva come deterrente la spinta di intere nazioni verso una nuova idea di progresso a beneficio dei capitalisti e a scapito della classe lavoratrice. L'omologazione per assenza di diritti tra uomini donne e fanciulli questi ultimi impegnati in lavori pericolosi e pesanti, e' stato il primo passo verso quell'annullamento di differenziazioni a cui stiamo assistendo correponsabilmente un po' tutti ai nostri giorni. Il superamento del disconoscimento delle differenze tra i generi maschile e femminile, cosi' come l'ingegnosa manipolazione culturale che si nasconde dietro la recriminazione del termine "razza", non sono che la punta dell'iceberg di una serie di conquiste attuate in una societa' che non poggia piu' su alcuna base solida e che si vede sbilanciata verso un vuoto senza precedenti. Attraverso la lente d'ingrandimento peraltro distorsiva dei social sembra quasi che i problemi attuali siano sempre gli stessi e che abbiano come punto di scontro o a seconda di convergenza le sperequazioni tra la classe dirigente e i comuni lavoratori. Da qui la corsa in vista delle prossime politiche a chi piu' promette l'abolizione di quella somma di privilegi( lasciando perdere le modalita' con cui questa dovrebbe raggiungersi) per nulla concentrandosi su cio' che sta a monte dei processi che hanno determinato e alimentano la richiesta di livellamento a cui tutti si appellano. Di contro, l''individualita' come principio e' stata volutamente cancellata in nome di una fratellanza tra popoli che travalicherebbe i confini di ogni autonomia di fatto smantellata cosi' come il legittimo diritto della sovranita' di Stato che si concretizza nella emissione di una propria Moneta.. L'effetto ripercussione a catena che determina l'uscita di uno Stato dalla zona Euro e' uno degli aspetti piu' avversati di questo vincolo altamente restrittivo a cui l'Italia ha deciso di assoggettarsi. Livellamento politico culturale e unicita' come risultato di un adeguamento in toto, non sono mai stati sinonimo di democrazia e liberta', bensi' di una nuova forma di schiavismo esercitata sulla restrizione delle facolta' individuali e sulla riprogrammazione delle stesse da parte di altri. La delegittimazione dei valori storico archetipici che passano attraverso la composizione dell'universo famiglia sono l'apice di una mirata destrutturazione della societa' che non comporta alcun passo in avanti e affianca la distruzione di quegli sparuti attributi di umanita' che appena riscontriamo. L'abolizione dei pivilegi non e' che il contentino distribuito a una folla che sbava dalle labbra del politico di turno abilitato ad avanzare promesse contro un sistema di cui invece fa piena parte. L'unica resistenza a questo processo di involuzione antropologica e sociale puo' venire nel rispetto convinto e appoggiato di una identita' alla quale non venga estorto il suo significato primario ed endogeno, affinche' la societa' non si smarrisca in un mondo reale sempre piu' dirottato da parametri virtuali che deprimono e reprimono gli orizzonti umani.