Il Natale e' luce nelle tenebre. La gioia di tale festa perdura in tutto l'inverno trionfando sull'ordinarieta'.

Nonostante le case e i centri si spoglino dei loro addobbi e luminarie subito dopo l'Epifania, il sentimento che il Natale suscita rimane nel tempo e riscalda i rigori dell'inverno. La promessa della Luce che discende dal Cielo diviene certezza con l'allungarsi dei giorni che cammin facendo scalzeranno le ore lunghe della notte. Il clima di festa liberato dal Natale riecheggia nel Carnevale per poi smorzarsi nella Quaresima e riprendere vigore dal giorno di Pasqua: l'ingresso in un nuovo inizio.
In molte regioni l'inverno e' tutt'altro che una stagione assente perche' assorbita dalla routine. Le iniziative pullulano laddove il Carnevale fa il suo ingresso effettivo nel giorno di Sant'Antonio Abate, il santo degli animali benedetti nelle chiese. In tale occasione alte cataste di legna vengono accese e fatte brillare dal fuoco subito dopo il tramonto, recuperando l'antico rito di purificazione che coincide con l'inizio dell'anno nuovo. Il fuoco brucia, consuma la legna rappresentazione di cio' che e' ormai consunto e non serve piu', in un rito propiziatorio, di buon augurio. Il fuoco brucia e restituisce alla terra sotto forma di cenere il peso dell'anno trascorso costituito di cose materiali, cosi' come di ricordi che gravano sul cuore e ormai ridotti in polvere grazie alla presenza del fuoco che ci suggerisce l'operazione di smantellamento dell'anima dei suoi fardelli . Come si spogliano le case, allo stesso modo col fiorire dell'inverno dobbiamo alleggerire la nostra psiche per affrontare un nuovo anno da riempire attraverso noi stessi. La neve che cade e ammanta ci ricorda di affrontare con leggerezza il percorso della vita, la qual cosa non vuol dire vivere con superficialita', ma imparare a non lasciarsi assorbire dalle negativita'. Solo cosi' possiamo acquisire la giusta consapevolezza indispensabile per vivere appieno la gioia e attraversare poi il cunicolo della sofferenza dal quale emergere trionfanti col risveglio della primavera che culmina nella Pasqua. Il vecchio matura in noi la riflessione che comporta sacrificio e amarezza. Lo scandagliamento dell'interiorita' e' necessario per far posto alla Luce imperitura che ci attende oltre la soglia delle esperienze terrene.
La Quaresima che coincide con i quaranta giorni trascorsi da Gesu' nel deserto e' il tempo del distacco dai fantasmi che agitano la mente e il cuore. In alcuni centri rurali della Calabria cosi' come in altre regioni viene rappresentata da una vecchietta di stoffa munita di sette gambe (tante sono le settimane della Quaresima) e appesa sulle stradine dei centri storici. L'incontro tra Gesu', la via, e il demonio, l'illusorieta' , avviene nel silenzio totale della coscienza, nel deserto appunto, preparando il cammino alla Santita'.