La Storia e' un ripetersi di corsi e ricorsi storici in cui l'uomo mette a dura prova se stesso a fianco dei propri ideali.
Il Romanticismo rispolvera il mito dell'eroe attualizzandolo e dandogli quella valenza storica e quella concretezza prima astratte. La misura con cui l'uomo s'inserisce nei mutamenti storici non e' slegata dal ruolo del Destino che gode di una sua particolare controfigura riconoscibile nell'agire umano. Vico, uomo del Romanticismo figlio a sua volta dell'Illuminismo, mette a punto la sua visione storica sconfinando nel non personalmente verificabile, esponendo una concezione universale della storia nel suo eterno ed invincibile ripetersi. Il dato nuovo e di fuga rispetto a questi immutabili meccanismi ci giunge dall'era attuale in cui l'uomo in una vertiginosa escalation va lasciando un sempre maggiore margine di azione alla tecnologia.
L'elemento del tutto nuovo e di rottura rispetto ai precorsi cicli storici e' rappresentato dall'ingerenza crescente delle macchine e della completa o quasi sostituzione della mente umana ad opera dei cosiddetti cervelli elettronici oggi conoscuti come computers.Tale novita' non e' ristretta solo alle industrie per l'ingresso di efficientissimi robot. Dalle fabbriche sta invadendo ogni campo dell'agire umano e del pensiero. Le lavagne elettroniche, i registri elettronici, le ore di computer inserite nei programmi scolastici stanno ridisegnando un volto nuovo della scuola che stenta a riconoscersi nel significato primitivo di luogo della formazione del Pensiero.
L'utilizzo del computer ha ormai varcato ogni frontiera preparandoci a una nuova psicologia sociale che ha come protagonista l'ibrido. La responsabilita' umana mostra qui preoccupanti cedimenti nella misura in cui l'ingordigia di voler andare oltre le possibilita' imposte dalla nostra natura finita prepara a un utilizzo incosciente e irresponsabile delle macchine. La societa' di ibridi naviga a tutto spiano nell'oceano del presente, inarrestabile dinanzi a ogni tempesta e non lascia impronte se non di razzia e svuotamento del patrimonio umano. A rimetterci sono innanzitutto i consolidati giacimenti della culura etica e spirituale che vedono superata ogni soglia di sbarramento dai fanatici del progresso che come cavalli sbizzarriti proseguono la loro corsa verso nuovi orizzonti di conquista.
Dove sono i confini tra sogno e realta'? Tra desiderio e confronto con se stessi per autodefinirsi? Tra il possibile e il voglio a tutti i costi? La pigrizia mentale di chi sfrutta i mezzi cibernetici a disposizione blocca la voglia di essere presenti a gustare con i sensi luoghi e genti mai visitati. Si esplora vaggiando, stando fermi, mentre la comunicazioe visiva e gestuale irretisce a vantaggio di chi ci vuole governare senza esporsi piu' di tanto, semplicemente mostrando foto truccate che scorrono sui tablet. Il confronto politico e' ormai traslato sul piano mediatico che finge una partecipazione inesistente.
Vogliamo i comizi, vogliamo chi riaffermi quell'umanita' che non ritroviamo nei giochi speculativi delle banche. Vogliamo ritornare in possesso di noi e di chi eravamo prima che sorgesse la nuova era del computer e di un'omologazione a tappeto,stabilita a tavolino. Vogliamo...ma siamo troppo pochi, perche' la giustizia sociale oggi e' una battaglia che non si combatte piu' a suon di diritti del cittadino, ma a suon di quella moneta di cui non saremo mai e poi mai piu' titolari. Era roba di altri tempi, e, mi dipiace per i giovani che verranno, quei tempi mai piu' ritorneranno.