A Dicembre fiorisce l'inverno ed e' il tempo del germoglio dei cuori.
Dicembre e' il mese che chiude l'anno e ci ricorda che c'e' sempre un ritorno. Questa ciclicita' pervade di gioia e speranza ogni creatura, rompendo la convinzione che associa alla chiusura di un ciclo una tristezza pervasiva. Gennaio e' il mese della quiete, del sapore di una lenta rinascita con le giornate che sempre piu' migrano verso la luce. La prima neve dall'assaggio invernale, che cade a dicembre, reca un sentore di purezza e un richiamo a soffermarsi nella grotta del cuore. Dove c'e' neve dimora una casa illuminata da un'unica luce, presenza ancestrale che sopravvive alla memoria. Il Natale e' collegato alla neve nell'immaginario archetipico prima che popolare, perche' e' l'incanto di una fiammella nella nicchia o grotta che si accende di luce nuova, di una luce che non frastorna, e convive con le ombre. La luce rischiara il cuore, la fiammella adagiata sul davanzale fa trasparire l'interno di una camera, la cometa fende brillando la calotta della notte galattica e cosi' descrive un arco che dall'Alto punta verso l'orizzonte congiungendo il Deus Imperator all'Umano sentire. Occorre l'ombra ad avvolgere il Mistero e la Cometa scompare sulla sua rotta impregnando credenze e religiosita'. C'e' bisogno di una penombra animata da una fioca fiammella a destare le voci sopite dell'Immaginario, creando farfalle sui muri che aiutano l'esistenza a reinventarsi in un muto vivere altrimenti un inutile tirare avanti senza entusiasmo. Le farfalle sui muri dipinte dalla candela risvegliano gli animi, solcano arcane avventure che respirano nella vita presente. S'infilano nei sogni gentili con la carezza di un ricordo assemblato da vite passate. Il Mistero resta e va rispettato, gioito e osannato per il suo tornare a visitarci di anno in anno in vestii diverse, eppure immutato.