Il Natale è ricerca dell'equilibrio tra il dentro e il fuori, tra il rosso e il bianco. In un mondo che va rotolando e invorticandosi nei suoi grovigli, sempre crescente e’ il bisogno di concentrazione
Cio’ sembra in apparenza un controsenso, ma non lo è. Quanto più ci si allontana dalla semplicita’, tanto più aumenta il divario che ci separa dalla concentrazione. Il termine “concentrazione” difatti contiene la parola “centro” che equivale al cuore delle cose. Il rosso e’ il colore della concentrazione che si fa senso nel monento in cui ci raccogliamo in noi stessi, abbracciando la dimensione dell'inverno. Il rosso natalizio ha difatti una sua intensità e una sua tonalita’ che lo distinguono dalle altre gradazioni di rosso. Non è sanguigno, passionale o violento come tutto ciò che esprime e attiene al mondo materiale legato alla sfuggenza delle passioni, ma è gioioso e caldo come un braciere che non smette mai di ardere e ci accompagna per tutta la durata dell'anno. Il rosso natalizio è il colore dell'incominciamento che sposa il cielo alla materia, ma non dimentica la provenienza che ha sede nella luce priva di ogni contaminazione. Il bianco assume quindi connotati di sopraelevazione da tutto ciò che abita la dimensione del transeunte. E’ un ricondurre alla casa dello spirito che deposita il seme nella verginita’ della terra non contaminata dalle frastagliate espressioni egoiche. Il bianco e il rosso sono l'immagine del Natale, colori simbolo della ricerca della pace e della pace che si fa ricerca attraverso l’assorbimento che rende possibile il ritorno in se’ per ritrovare il Sé.
Il bambino che nasce siamo pertanto noi, promessa di un'umanità diversa che rispetta la Natura e rivolge la propria attenzione al Cielo. Siamo riflessi di angeli in cammino che non dimenticano di creare senza intermittenze e guasti sonori l’armonia di luce da cui provengono e che noi dobbiamo riscovare nella nostra interiorita’.