La Chiesa tra punizione e condanna
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La Chiesa tra punizione e condanna

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Il numero 33 è associato alla morte con una prospettiva di resurrezione. Su questo principio sì sono intrattenute diverse discussioni escatologiche ed ermeneutiche.

Gesù muore e risorge tornando al Padre, nella Chiesa però alla Resurrezione, spesso si è fatto corrispondere il reintegro del defunto in questa realtà attraverso il concetto di rinascita basato sul Principio di continuità. Morto un papa se ne fa un altro. Pensiamo alla fine del pontificato di Papa Luciani deceduto dopo 33 giorni dal suo mandato. Il numero 33 esprime la morte di Gesù a seguito del tradimento di Giuda e proprio su questo si concentra la posizione della Chiesa di potere capace di legiferare per proprio tornaconto, andando anche contro i veri precetti di fede cristiana.

Anche a proposito di Papa Bergoglio ritorna il numero 33. Sarebbe questo il nunero di giorni relativo al suo ricovero e per molti indicativo della sua morte forse forse già avvenuta ma che, per ragioni legate all'attuale scena geopolitica, e per questioni legate al Giubileo che è venuto a costare non poco e che se saltasse, creerebbe grosse voragini economiche, sarebbe ancora vivo. Eccolo dunque miracolosamente riapparso al balcone del Gemelli, rassicurando i fedeli di tutto il mondo. 

Il concetto di punizione è sempre stato perpetrato dalla Chiesa di Roma attraverso un severo percorso di condanna che hanno portato gli avversi a determinate condotte perseguite dalla Chiesa, a sacrificare la propria vita. Punizione e condanna sono da sempre legate. Appartengono a principi connaturati nell"uomo attraverso i quali si sono evolute le società. Nelle società arcaiche l'Io soggetto legiferava per proprio conto, applicando la legge dello specchio secondo la quale quanto ricevuto veniva ad essere restituito al colpevole. Su tali basi i colpevoli sarebbero due. Legge arcaica questa, nota come legge del Taglione che ha radici primitive e che per ovvie ragioni è stata poi accantonata dalle autorità a tutela della società. È la legge del capro che ancora viene applicata dalle società mafiose per eliminare soggetti divenuti scomodi.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.