Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
La finestra sullo Spirito - il Centro Tirreno
Approfondimenti di Arte e Cultura a cura della dott.ssa Ippolita Sicoli (Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)
01
Mer, Ott
Il druido e il vescovo. Merlino e San Nicola, grandezze a confronto
Emrys figura come l'anagramma irregolare di Mira, la città originaria di San Nicola. Merlino Emrys secondo quanto riportato dalle mitologie celtiche, viveva in una grotta di lucente cristallo e la luce e le sue straordinarie qualità ritroviamo nel nome Mira o Myra a seconda delle trascrizioni, città della Turchia.
Come San Nicola, Emrys da druido mago aveva i capelli lunghi e bianchi e la barba, ma la sua carnagione era chiara. Non deve questo elemento di differenziazione tra i due indurci in inganno. Il bianco lo ritroviamo nella notte a fiancheggiare il mistero divino inaccessibile. La Madonna Nera in tutte le sue rappresentazioni rimanda prioprio all'ancestrale divinità del Femminile, al primitivo culto della Dea Madre trasferito e fattosi carne santa attraverso la Vergine Maria. San Nicola esalta il non rivelato attraverso il candore abbagliante delle orbite oculari con cui lo ritraggono, divenendo così figura protagonista della sacralità della grotta omaggiata attraverso il Romanico Pugliese e la sua nudità architettonica.
A stabilire un profondo nesso tra le due figure Emrys e San Nicola interviene il richiamo alla sfera. Emrys è il druido alchimista che maneggia con studio e cura il Quid dell'Universo trasferitosi a riparo nella crosta terrestre. La calotta della grotta è un micro universo che concentra le energie del Cosmo. Le tre palle che San Nicola regge in mano sono una traslazione evidente di quanto attiene alla spiritualità primitiva e pagana alla Rivelazione del Cristo. Il Principio sferico di integrità ancestrale viene dunque ad essere trasferito nella Trinità quale realtà peculiare del sopraggiunte Cristianesimo.
L'organizzazione del principio sottoforma di Monade demiurgica viene sottoposto alla nuova scansione teologica ben resa in forma plastica dall'uso magistrale della pietra che fa del Romanico il non plus ultra dell'ispirazione divina trasfusa nell'arte muratoria.
La pietra diviene mattone e in Turchia crocevia delle principali e antiche culture organizzatesi e ben definite nel primitivo Medioevo. La pietra incontra così la semplice ingegnosità delle popolazioni siberiane in verità mai rimaste confinate nell'algido Circolo Artico, ma attraverso il Caucaso e le propaggini più occidentali dello spartiacque himalayano, hanno provveduto a spingersi in quei territori i cui popoli intrecciavano rapporti col Mediterraneo.
Marco Polo in fondo, non ha fatto altro a seguito del culto di San Nicola, che rinvigorire i legami con i popoli più estremi della terra d'Oriente. Un riscatto forte per la città gloriosa di Venezia dapprima in forte rivalità con il basso Adriatico e Bari. La Via della Seta, il regno di Bisanzio insieme alle grandi rotte dei tessuti pregiati che facevano capo a Damasco e Samarcanda arricchiscono di ulteriore significato San Nicola che diviene quale punto d'intersezione della vivacità di un periodo storico molto fertile. Quanto detto anche sotto il profilo dell'Escatologia e dell'Ermeneutica teologiche.
Non ci sorprende ordunque il significato racchiuso in questo Santo dai poliedrici volti e dalla devozione fiorita nei luoghi più difficili sotto il profilo dell'adattabilità climatica della terra. Russia e Lapponia con i loro paesaggi fiabeschi di renne e tundre ci parlano di una magia molto cara all'infanzia dell'anima che trova vivida espressione nei bambini, al pari di mago Merlino. Il druido e il vescovo, figure di grande eccezionalità e inconfutabile complementarietà messe in risalto da un linguaggio ancora indecifrabile e che trova luogo d'essere sull'altare d',argento della Basilica di San Nicola a Bari. Un idioma unico fatto di rimbalzi alfabetici, che vorrebbe ingannare le menti arzigogolate dei grandi esoteristi a distanza di secoli, prendendosi gioco e bonariamente di chi crede che la virtuosità dello studio renda possibile ogni traguardo. La poesia e la magia sono dei bambini e di chi ha il cuore sgombro di nubi. Nudo dunque, come la nuda pietra che campeggia nei paesaggi di Puglia.
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.