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La finestra sullo Spirito - il Centro Tirreno
Approfondimenti di Arte e Cultura a cura della dott.ssa Ippolita Sicoli (Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)
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Gio, Ott
La scrittura e le tracce dell'uomo. Dallo Stilo allo Stile
Cattolica di Stilo in provincia di Reggio Calabria
Le stagioni hanno forgiato la cultura dell'uomo antico e su di esse si è impostata la civiltà agricola. La cultura e la civiltà sono fatti di abitudini, prima ancora di una ritualità che racchiude nel suo cerchio il senso o i diversi significati della vita singola e comunitaria.
Le stagioni si riconoscono perché ognuna ha la propria identità e su questa ha riflettuto l'uomo alternando momenti di raccoglimento ad altri di vita comunitaria.
Le stagioni schiudono alla riflessione sul rapporto tra noi e gli altri e su ciò che noi non possiamo cambiare. Ci portano a riflettere sul senso della vita e della morte e a guardare la realtà con la dovuta obiettività. L'immutabile diventa simbolo, immagine cristallizzata. Ciò che si trasla nel tempo acquistando sembianze di eternità prende una luce cristallina e di purezza. Fluttuare nel tempo con una sembianza di giovinezza significa rinvigorirsi sempre e risvegliarsi di continuo nel letto del prato madido di fresca rugiada.
L'uomo al processo di ringiovanimento continuo che affaccia all'eternità ha risposto attraverso la scrittura e nel tempo col bisogno di firmare e in un certo senso di autenticare quanto riportato. La scrittura nasce come una trama di contenuti condivisibili attraverso un linguaggio comune adottato dalla collettività. È alquanto remota l'ipotesi che inizialmente gli aderenti alla scrittura si siano organizzati tra loro e abbiano espresso ciascuno un carattere riconoscibile da tutti. Si è partiti da immagini ancestrali e da queste si è tracciato un viaggio di pensieri semplici e spontanei. Potremmo rapportare le prime incisioni iconografiche a una collana di perle bianche perché inizialmente il racconto seguiva il viaggio descritto dalla luna nel cielo, comprensivo di sogni e di ritualità. Il rito ha aperto alla condivisione con gli altri delle proprie emozioni e sensazioni, spalancando la doppia via di ufficialità asettica e l'altra più soffusa e intima da cui s'irradia lo splendore dell'anima.
La scrittura cuneiforne esprime proprio la volontà di incidere se stessi riportandosi nell'eterno fluire del tempo, assurgendo alla dimensione di atemporalita' e di eternità. Questa forma di scrittura che colleghiamo ai Sumeri e al carattere cuneiforme prevede a monte una selezione dei contenuti da incidere. Il mezzo con cui traslare le parole su pietra era lo stilo o arnese appuntito che graffiava la stele di pietra. Nel progetto iniziale lo stilo scavando nella pietra faceva sì che il pensiero riportato unisse entrambi arnese e pietra e per traslato diventasse riferimento comune per il nucleo sociale di appartenenza. Stele e Stilo si sono fusi insieme e nell'immaginario popolare non esiste pietra che non sia scarfita o graffiata da mano umana o da agenti naturali. La località Stilo nella Calabria greca unisce il discorso delle grotte alla presenza umana dei monaci Basiliani che hanno lasciato traccia della loro presenza e spiritualità. Famosa la cattedrale bizantina La Cattolica che esprime la cura per la pietra e la capacità dell'uomo di rispettarla e adattare la propria creatività ad essa, creatività che quindi non si mostra affatto invasiva e indecorosa verso l'ambiente.
La pietra è il suolo vergine, il telo bianco della ricamatrice. E prima di applicarvi segni occorre riflettere accuratamente. Questo atteggiamento di riverenza verso la pietra è collegato archetipicamente alla luna quale madre superiore e ha fatto sì che si apportasse una selezione a monte dei contenuti da imprimere con lo stilo. Da qui il termine "stile" e il suo significato. Lo stile implica una corrispondenza profonda tra l'estro creativo e il contenuto e si basa sul lavorio mentale ed emozionale dello scrivente. Lo stile condiviso da' luogo a un movimento di pensiero che si riflette in movimento artistico. Lo stile nelle epoche si è affinato al punto da diventare terreno condiviso da parte di chi è accomunato dalla stessa sensibilità estetica. Dante utilizza il termine "stilo" a proposito della sua aderenza al Dolce Stil Novo. Non a caso il sommo poeta per la cura infusa nello studio dei termini da usare, lo definisce "Bello stilo", accomunando allo stile l'antico arnese usato per incidere la pietra.
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.