Non c'è testo sacro che non sia stato scritto rivolto alla donna e alla sua fonte di magnetica esaustività che presiede ogni forma materica. Non c'è poesia elevata che non si esprima come vellutato tributo alla donna e ai suoi segreti più vividi che alimentano l'enigma affascinante delle multiforme espressioni di vita.
Se l'uomo è il dogma, la donna è l'enigma pulsante che mantiene in vita il senso di ogni esistere. Il volto segreto e carezzevole di Dio si cela dietro il compassionevole candore di una donna. Non può esserci moglie senza il rigoglioso sviluppo di una madre portato all'esponenziale potenza che flette le spine e ribalta i troni della lasciva arroganza. Ci si siede sui sassi levigati della vita grazie alle ginocchia e al sudore versato dalla donna che lava le coscienze.
Se siamo è in virtù del Dio bambino che si è flesso e riflesso nello specchio raccolto del ventre di una donna. Se c'è chi si sdraia al sole e si piega a raccogliere un fiore in seno a una tempesta, è perché la voce di una donna mormora in lui e lo ascende alla leggerezza dello spirito.
Siamo materia pulsante che ricerca il brivido delle stelle disseminate sul drappo del cielo. Non dimentichiamo, né osiamo disperderci nel grembo del dolore che ottunnde e ci slaccia dal profumo che s'innalza da ogni colpo d'ala che schiuma incontro al cielo.
Ricordiamo sempre che la donna vergine e madre è colei che crea il tripudio della danza grazie al quale le distese d'acqua si congiungono al cielo e la pioggia diviene seme che accarezza e nutre la sostanza di ogni vita.
Dogma ed enigma. La regalità della donna
L'attesa di una donna
è un germe che matura
nel vento.
L'attesa di una donna è speranza
che ha spinto le generazioni a venire,
levandole dal limbo del nulla.
Non esiste bellezza né amore
senza il brivido del dolore
che smuove e redime
chi ha il volto del cielo
e le sue mirabili grandezze
nel proprio cuore.
Ippolita Sicoli