In amore, possedere è comprendere: prendere l'altro col cuore e con la poesia che solo il corpo sa comporre donandosi. E allora accade che il possesso diventi qualcosa di magico e sacro. Di appena sussurrabile, in altri momenti volgare e tragico.

E accade il cuore
C'è odore di te
e ti annuso come fa il tramonto la sera.
Non scalerai no,
le vette del buio senza di me.
La notte ti dà colore,
ci dà calore,
svuota la mente e allora
accade il cuore.
Penso a te che a breve arriverai
in punta di piedi
a riempire la stanza.
Basti tu,
a dare un senso all'oscurità
che trattiene i miei sensi.
Io sono qui e ti guardo,
una statua di marmo alla luna
che entra dalla finestra.
Il tuo sorriso è un'onda lieve
che si distende all'alba
scoprendo la sua luce.
Si arriccia
nell'ora del crepuscolo e
prepara alla notte Il tuo volto:
una tenda che si apre alla luna.
I tuoi capelli
sono fili di luce
raccontata dalle stelle.
Li accarezzo e
il marmo del tuo corpo
si allunga verso le profondità del cielo.
I tuoi riflessi sono stelle
che si accendono per ammirarti.
E mentre tu mi accogli,
sono un'anfora di argilla
che prende forma nelle tue carezze.
Velo e acqua
che a piccoli rivoli scorre
e bagna la tua casa.
Ora so,
ora che ti comprendo.
Adonai è il tuo nome.
Perché possedere
in amore
altro non è che comprendere
e fare dell'altro
alabastro e poesia.
Ippolita Sicoli