Per me pensare è anche ricordare. Per me amare è pensare e ricordare.
L'amore sepolto. Rivelazione
Possediamo solo ciò che perdiamo.
Avevo una treccia
e sono andata fin sul mare.
L'ho lanciata tra le onde,
tra le onde starnazzanti
e tra le spire del vento sibilanti.
Era per te ed è scomparso tra gli abissi,
divorato da un amore non dato,
non arato.
Niente ritorna e tutto vaga
mi dicevano le nubi tra i tornanti.
Erano cumuli di macerie in delirio
nella foga del tramonto.
Io ero lì e dallo scoglio
ho visto il mistero rompersi,
il cristallo di un'onda inginocchiarsi
a raccoglierla.
È perduta, ho pensato.
La mia treccia, la corda che rimane
di un ormeggio sepolto.
Poi rieccola,
è riemersa sgualcita
come un cespuglio di fogli
scritti e abbandonati.
L'ho lasciata lì sulla ghiaia
perché mia non era più.
Mia non era più
come le convinzioni sbagliate.
Il mare l'ha riadagiata,
perché io la riavessi
e dentro di me capissi che
lui non era andato,
da me non era scappato.
Era lì dov'era sempre stato.
Mio e per sempre
alla fine di un lungo viaggio.
E gli artigli d'acqua se la sono mangiata
in seno alla grande onda ritirata.
Per un attimo ancora è balenata
e poi nulla più
nella notte che veniva
e veniva su
nel rinforzo del vento
l'ho rimirata e
mai più l'ho dimenticata.
Ippolita Sicoli