Perché sì, tornerai fra mille tempeste... quando io non sarò più, tu tornerai. Lo reclama la vita. E allora saremo nella coppia che si tiene per mano. I due vecchietti che camminano piano abbracciati da una vita e per tutta la vita.
Nel tempo che si farà caldo furore o freddo languore. Nei cicli oltre i cicli. Perché è della vita vivere e non sarà la meschinità umana ad arrestarla. Passeremo noi che non abbiamo tenuto alla gloria dei nostri padri che hanno lottato e perso la vita per concedere a noi di viverla nella gioia e nell'amore reciproco. Non basterà la perdita dei nostri fogli mai scritti a oscurare il fremito degli uccellini in corsa tra i rami, lì davanti ai nostri occhi per insegnarci che l'essenziale è andare e non avere paura.
Chi si ferma è perduto! Diceva un uomo un tempo... e noi abbiamo costruito un mondo fragile che sta crollando a pezzi con noi sotto. Con noi che a cuore non abbiamo avuto il dolore di chi ha sacrificato la vita per dare a noi la gioia di viverla.
Sotto la leggerezza del cielo
In tutta la tenerezza del mondo
tu ci sei
e accarezzando con gli occhi
la nuvoletta del cielo,
io mi prendo cura di te.
Non sei forse
il soffio di vita di questi giorni?
Giorni spettinati che sbuffano
bigi dai comignoli accesi
e mi fanno desiderare il calore
del tuo cuore a fianco.
L'affanno delle nuvole in calca sui monti
mi portano a credere,
a sperare che tutto questo piano
svanirà
e le nostre lacrime bagnate
di cose mai viste e raggiunte,
della nostra fantasia
voluttuosa e spettinata dalla vita
che chiede di essere vissuta.
Chissà se i nostri fanciulli
un giorno sapranno.
Chissà se saranno
gli uomini che siamo stati noi
e riconoscere sapranno
il tatto delle mani dal tocco lieve.
Il sorriso di una bocca felice
e la grazia... la grazia che fa danzare
il cuore al richiamo
della festa che viene
e di lui che tornerà,
perché sì, tornerà.
Ma ora ho il cuore in fiamme
e il volto che trema
in un bagno
di dolore.
Ippolita Sicoli