Un tempo eravamo soli nella folla e soli nella gioia. Alla solitudine esistenziale oggi si aggiunge, in questo momento storico senza nome, la solitudine indotta che ci blocca sulla soglia di una lucida comprensione.
Un tempo non eravamo soli, eppure così ci sentivamo. Oggi lo siamo, ognuno partecipe dell'umana sorte che affama la paura invisibile che però porta la morte.
Sul sentiero dell'inverno
Dimmi chi sei tu?
E io chi sono?
Sul sentiero d"inverno si perdono
le luci e i tratti freddi
di un tormentoso silenzio,
agonia di passi.
Ghirigori gelidi compaiono
come arabeschi di brina
nei cui cristalli gioca
la luce marmorea
del cielo bigio.
Affranti siamo
mentre la stanchezza arranca.
Tra collinette di neve
avanziamo senza stivali
coi piedi
che affondano nel manto bianco.
Non siamo soli, parte
ciascuno di un'unica sorte.
Eppure, nel languido silenzio,
avanziamo ciascuno
lontano dal brusio delle Feste
che un tempo,
oltre la cerniera dei ricordi,
spezzava il languore
del gelido inverno.
Al fianco di compagni invisibili procediamo
tutti soli verso un sole scialbo
che troneggia nel cielo senza sfondo,
in un azzurro senza mattino.
Un tempo si era soli
nell'ingordigia del benessere.
Ora lo siamo come anime fragili,
ali appese a un ramo
in balia della paura e della sordida morte
che ci fa chiudere ciascuno
nella propria stanza
colma di oggetti vecchi,
giocattoli rotti dai bimbi che siamo
e che un tempo eravamo.
Un lampo e lo sguardo inciampa
sulle righe di un libro sfogliato un tempo di gran fretta
e che ora nello scorrere lento
rimbalza
in cerca di comprensione,
di un brivido...
di calda emozione
Ippolita Sicoli