Abbiamo tolto la gioia alle feste. Del Natale nessuna traccia e non perché manchi tempo, semplicemente perché la gente ha smarrito il senso dell'attesa.
Oggi più che mai che significato avrebbe attendere ciò che non rompe la condizione di un monotono ripetersi? Le restrizioni dureranno e noi pure imprigionati dentro un ordine di cose a cui non osiamo ribellarci. Il silenzio dei bimbi ce lo chiede implorando come i gatti, con un miagolio triste e gli occhi ammutoliti di chi ci vede più grandi e aspetta una risposta che noi madri non sappiamo dare.
Nel tempo di niente
La percezione di ora
sgretola il tempo,
insegna la fragilità
prima indossata in borsa,
ingessata nei pantaloni.
Fredda vulnerabilità di novembre
che si fa inverno
mentre le foglie arrossiscono
non di pudore
ma di un lieto inizio
che si fa tramonto
e di un crepuscolo che di fretta
diventa giorno.
Oggi tutto ha il sapore di niente
e di un sole che trascina i giorni.
Non c'è inizio né fine
nella malinconia stridente
col Natale che ci viene incontro
al galoppo.
Ma i bimbi
hanno già gli occhi stanchi
e con gli indici contro i vetri
imprimono memorie
di ciò che viene
e passerà
svanendo senza vento.
Ippolita Sicoli