Questa poesia composta al tempo del liceo propone due dei temi ricorrenti nelle mie opere: la lontananza e il ricordo. Quindi, la necessità di mantenere vivo un legame con la forza del pensiero.
Questa breve lirica risuona di un'attualità sconcertante in rapporto alle restrizioni che siamo indotti a vivere. Il virtuale allora non esisteva e la lontananza era colmata dalle lettere e dalla voce che percorreva il filo del telefono. Assenza e presenza in me si rincorrono da sempre, quasi io cercassi di afferrare negli spazi l'appartenenza a un qualcosa, a un qualcuno che mi viene di fatto negato.
Astrazione
In nome del silenzio
invano,
posso solo ricordarti
mentre tu sei lontano,
smarrito chissà dove e
non mi parli.
Se potessi solo congiungere le mani
e raggiungerti
nella spazialità che ci separa.
Ma è bello così,
lo sai.
Lasciarsi per un attimo,
un lungo tempo,
e aspettare che uno dei due ritorni
per ricongiungere le mani.
- Che dire di noi?
Un groviglio di sogni in fuga.
Ecco, ciò che rimane. -
Ippolita Sicoli