A questa poesia sono particolarmente legata perché fa da ponte tra i miei affetti d'infanzia e le nuove attese a cui la vita andava preparandomi. Esprime il bisogno di raccontare e rendere partecipe delle mie nuove esperienze chi mi aveva fatto da guida nei miei primi passi di vita e che per nulla al mondo avrei messo da parte.

Risveglio
Perché te ne vai,
adesso?
Vorrei fermarti e raccontarti
come ho goduto
quando,
sull'altalena del prato,
ho corso e volato a perdifiato,
fino a toccare il cielo,
fino a scontrami col chiarore del tempo, e
pensarti un po' dovunque,
ma non in città dove
tutto è falso e i grattacieli
si ergono da giganti.
Qui, ora
nel ricordo,
tutto scompare e
la porta è chiusa, adesso,
guarda, è chiusa! Ed io
sto dentro,
qui a parlare,
se ci riesco,
a raccontare e
a farti immaginare
di essere stata qui,
sempre accanto a me.
E volare e volare e
restare chiuse in casa,
tappate nella stanza,
per il tempo che ulula
dietro le imposte e le pareti e
incendia e
ha la potenza di farti del male,
ardendo all'istante
i tuoi brillanti occhi, mentre
tu stai pregando
che presto finisca
il temporale ed
io ti sto a guardare
proprio come fai tu,
con quei tuoi grandi occhi,
per sbirciare
tra le nubi
il segnale che ti dica:
"Presto ritornerà la calma!".
Ma è bello cosi,
e la natura si riversa
bollente su di te e tu
sui tuoi occhi che
guardano e stanno a guardare
il temporale e
ascoltano
come fai tu, adesso e...
Se fosse vero
solo ricordarti e farti provare!
Ma non riesco a trattenerti e
la porta è chiusa
ed è rimasta tale
per tutto questo tempo che
mi è servito per immaginare
e immaginare una storia,
per sentirti,
qui con me.
Ippolita Sicoli