I ricordi adolescenziali hanno il tuo odore. È una ferita che si apre all'interno e immette su altri spazi prima proibiti. Come la pellicola della verginità che si rompe e dopo non sei più quella di prima. È necessario il dolore per assaporare l'altrove che coincide con la profondità inarrivabile.

E Tu
E poi, tu
la sera, comparivi
con la tua camicia bianca
e i pantaloni verdi,
segni di un lutto vivente su di te.
La tua immagine,
qualcosa che scorre,
un'ombra,
qualcosa che non si dimentica.
E i tuoi pensieri erano scialbi,
la tua voglia di vivere,
era la morte.
E poi ancora tu
che apparivi nel buio,
tu che vuoi rubare la libertà agli altri,
tu che hai lo strano potere
di far non essere gli altri se stessi,
hai anche tu il diritto di vivere
e non di bloccarmi il cuore.
Ippolita Sicoli (26 gennaio 1986)