Per chi li ha vissuti, gli anni Novanta sono stati anni di conclusione e di lancio verso orizzonti invisabili. Sono stati anni di una velocità in corsa col tempo che portava a schiantarsi dietro curve che mangiano la strada. E in tanti ci sono rimasti per davvero inchiodati all'asfalto della vita. Alcol, droga, Aids...
VIDEO. Mad Season - Wake Up (Live at the Moore, Seattle, 1995)
Per chi come me ha vissuto, pur nascendo in una grande città, dietro a un vetro trasparente la società dei giovani di allora, si è reso conto in modo palpabile del grande disorientamento di quegli anni. Noi, al contrario dei nostri predecessori sessantottini, eravamo davvero moderni e ne andavamo fieri. Tutto ci sembrava traslocato nel futuro e la musica era luogo d'incontro per chi seguisse invece dell' House, generi musicali ritenuti alternativi come l'Acid Jazz e il Grunge Rock. Dappertutto si organizzavano feste dove avevano accesso gli amici degli amici degli amici e dove poteva accadere di tutto. Si aveva sotto i piedi l'imprevedibilità e la sfuggenza della vita ed è stato forse anche questo a rendere molti ragazzi e giovani di quegli anni estremamente fragili e scombussolati.
Il dark era ormai tramontato. Sopravviveva in forma di echi fantasmagorici il Gothic Rock insieme alle rivisitazioni dei filoni post punk. Molti i gruppi scioltisi o finiti male tra abusi di alcool e tossicodipendenza. La droga scorreva a fiumi in quegli anni, con la prospettiva di sostituire le tradizionali e l'eroina con quelle sintetiche di ultima generazione. A governare la scena musicale underground non era più la Gran Bretagna ma l'America avveniristica dello Stato di Washington e in particolare della città di Seattle.
Se l'Acid Jazz troppo di elite ha un passaggio veloce e di velluto, il Grunge ruvido già nella pronuncia spianerà il futuro del Rock, ingessandosi in uno stile di vita maledetto. Quasi avesse il nome di una droga rapida e mortale come il crack, il Grunge nel suono richiama anche grove (insidioso bosco) e porta avanti l'intento di rendersi veicolo di un improbabile ma evidente incontro tra la dolcezza e la disperazione. Spianando la strada a nuovi idoli bruciatisi in fretta e morti troppo presto per considerare a posteriori conclusa la loro missione musicale e la loro esistenza . Un esempio è Kurt Cobain dei Nirvana. Non l'unico. Seattle vide la nascita di altri gruppi come gli Alice in Chains e i Mad Season, questi ultimi una derivazione dello stesso astro splendente dei primi.