La Guerra e la rifondazione dell'Uomo
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La Guerra e la rifondazione dell'Uomo

La Guerra e la rifondazione dell'Uomo

l'Opinione
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Il rispetto è anche riverenza. Il rispetto è nel pensiero secondo cui attraverso l'umiltà che non è sottomissione, l'Uomo ascende al Cielo e alla superiorità delle cose terrene.

Soffitto della Cappella Sistina La caduta dell'uomo e l'espulsione dal giardino dell'Eden, con quattro Ignudi, 1510 (pre-restauro)
Soffitto della Cappella Sistina La caduta dell'uomo e l'espulsione dal giardino dell'Eden, con quattro Ignudi, 1510 (pre-restauro)

 

Ciò perché è custodito nella terra il suo tetto di stelle. Ogni cosa ha il suo cielo e la vera Cultura dovrebbe poggiarsi sulla riscoperta di questo che si può definire il senso vero della vita e il suo fine ultimo al quale tutti dovremmo tendere in questa nostra esperienza terrena. Perché di questo si tratta il nostro percorso sulla terra. Di un'esperienza nel ciclo infinito.

Ci hanno insegnato il valore degli opposti perché già presenti nella genetica sensibile dell'Uomo dalle sue origini.

Con l'Episodio della Caduta alla base di tutte le mitologie anche se raccontato ed esposto in modo diverso in tutte le civiltà (e qui è la varietà straordinaria in cui si esprime in bellezza e in cultura il patrimonio archetipico antropico), l'Uomo ha imparato a confrontarsi con gli opposti, cercando di riavvicinarsi fino alla loro risoluzione all'interno del proprio Sé. Le civiltà sono fondate sul confronto tra gli opposti la cui sintesi sposa e risiede nell'Essere Supremo. È altresì vero che con l'Episodio della Caduta l'uomo ha imparato il confronto con la dicotomia superiore che vede come monomi interagenti la vita e la morte.

Alla base della vita c'è la pace e attraverso questa l'uomo dimora in Dio. Alla base della morte c'è il concetto di separazione da Dio che l'uomo ha imparato ad associare all'esperienza dei conflitti e quindi, scivolando di semantica, alla guerra.

La guerra, in quanto alla base della piramide culturale antropica, è presente nella storia delle civiltà umane da sempre e la ritroviamo come quid scatenante i conflitti bellici che determinano il fluire narrativo delle Mitologie.

La guerra come la morte è pertanto una necessità della cultura umana che ha bisogno in determinati momenti di occlusione e di allontanamento da Dio, di riaffermare i principi archetipici di base nei quali riecheggia Dio.

Se la pace serve a nascere, è con la guerra che l'uomo rinasce, ossia si riappropria della propria identità che passa attraverso il concetto di territorio e Patria, immagini riflesse della propria identità archetipica.

La civiltà odierna risuona spesso e a sproposito di slogan che inneggiano alla pace. La domanda da porsi sarebbe "quale pace?"

La pace tanto proclamata è una pace nefasta perché fondata su principi che hanno portato alla costituzione di gruppi affaristici come le associazioni umanitarie. La pace come proclamazione non ha alcun senso se non quello di porre in essere conflitti che poi esplodono con la negazione della pace stessa da riacquisire necessariamente con la guerra.

La guerra è una necessità della vita e pertanto va riconosciuta e riassorbita, perché grazie ad essa nei momenti tragici della vita umana l'uomo è chiamato di necessità a indossare le armi e questo rientra anche nel bagaglio istituzionalizzato degli archetipi che passa attraverso la diversificazione delle religioni.

Oggi come mai in passato, l'Uomo è chiamato a riappropriarsi della propria coscienza messa in crisi dall'arbitrarietà di interessi che non hanno nulla in comune con l'eticità della pace.

Il Mondo Nuovo che il Globalismo delle élite finanziarie vuole imporci, non ha nulla di progredito, ed è un richiamo alla barbarie atavica e brutale che appartiene a quella sfera di mondo antetempore rispetto alla coscienza dell'Uomo di essere in Dio.

Abbiamo conosciuto Dio in quanto abbiamo sviluppato una consapevolezza brillante che ci consente di riconoscerlo in tutte le cose, e le varie culture succedutesi hanno a tappe salvaguardato e protetto i legami con Lui, sul piano della coscienza attraverso tutte le cose esistenti. Oggi la polverizzazione dei modelli che ci appartengono e vengono declassati al piano di stereotipi, vuole sostituire una nuova coscienza affaristica a quella dell'Uomo, sostituirsi quindi a Dio, e gli Evoluti sul piano spirituale non devono permetterlo anche ricorrendo alle armi non solo di Pensiero.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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