Quanto sta accadendo qui in Italia a seguito del caso Cucchi presenta dei risvolti estremamente pericolosi, anche perché come spesso accade a casi portati alla ribalta dalla cronaca, rischia di trasformarsi in un fatto politico

Mettere in discussione l'operato delle forze dell'ordine per uno sparuto caso, per quanto tragico possa essere, rivela un atteggiamento collettivo atto a destabilizzare oltreché a delegittimare le istituzioni vigenti e ad ampio spettro rivela un quadro per nulla rassicurante che ha in cima all'iceberg una cultura violenta governata e dirottata da una certa Sinistra che tutto avrebbe da guadagnare incriminati lo Stato e le sue sfere di competenza.
Il caso Cucchi sta portando alla ribalta un'Italia affatto vigile e informata su quanto accade nella realtà e prona nei confronti di una malsana e potenziale ideologia anarcoide che va affacciandosi e profilandosi nella sua tetra statura, minando e sfiduciando verso le forze dell'ordine. Cucchi che non dimentichiamo è stato risarcito, è il nuovo idolo di una frangia estrema di Italiani chiusi nella loro ignorante e monotematica follia incapaci di interrogarsi sulla vicenda strumentalizzata a proprio beneficio dalla stessa Ilaria, sorella della vittima. Il film girato è un pugno nello stomaco non solo per la crudezza delle immagini, ma e soprattutto per il messaggio che comunica.
Fortunatamente il caso Cucchi e più unico che raro. Non sono invece unici e rari i casi in cui i nostri uomini militari e agenti cadono ad opera di malviventi, irregolari, clandestini e rom, cercando di garantire la nostra incolumità e la vivibilità nel nostro Paese.
Ho letto commenti dei sostenitori della signora Ilaria alquanto agghiaccianti. In particolare uno. In quali mani siamo?
Siamo nelle mani di giovani che muoiono in difesa della legge e dello Stato, giovani dimenticati dalla stampa e da chi non si sofferma a leggere le notizia che li riguarda. I loro congiunti non vedranno mai l’ombra di un risarcimento ma con dignità vanno avanti, con quella dignità che a mio avviso è mancata alla signora Ilaria che aizza le folle contro lo Stato. Allora io le chiedo, signora Ilaria, come si senta ad aver accusato gli agenti del decesso di suo fratello senza aver puntato mai il dito neanche una volta contro la propria coscienza per non aver provveduto minimamente a sanare suo fratello entrato in un giro di spaccio. Le chiedo, se si è mai chiesta se la roba che vendeva suo fratello avesse mai intossicato a sua volta, se non ucciso barbaramente, un giovane o più giovani. È facile gridare al morto in un'Italia in cui i morti parlano più che da vivi. In un'Italia piegata dall'indifferenza verso la quotidianità e facilmente rapibile da eventi eccezionali trasformati dalla folla inferocita nella norma.