Lo spazio e il tramite
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Lo spazio e il tramite

Lo spazio e il tramite

l'Opinione
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Un tempo l'uomo volgeva gli occhi al cielo, per compenetrarsi con l'immensità della sua casa.

kepler pianeti
kepler pianeti

 

La notizia "Scoperti 219 nuovi pianeti grazie a Kepler: 10 sono come la Terra" (fonte: il Fatto Quotidiano .it)

Sacerdoti, maghi e profeti discendevano da lassù, dalle patrie stelle che tracciavano solchi su strade non ancora battute. Per quegli uomini il tempo vissuto era un granello del deserto posto sul dito dell'Universo. Le case erano scale mai terminate e abitate tanti perché agli occhi degli odierni studiosi nelle cui menti si sbriciolano le antiche verità. Un tempo l'anima era una casa senza porte né pareti e con il tetto rivolto alle stelle, oggi invece è concepita nella bizzarra forma di imbuti che si allungano verso il basso e allontanano dagli emisferi siderali. Guardiamo al cielo,ma siamo concentrati in noi stessi senza per giunta saperci parlare o ascoltare. Pretendiamo e propendiamo ad estenderci oltre il sentore del finito per competere con con una perfezione che ci sfugge e richiamiamo a noi dalle notti brulicanti di astri. Scrutiamo gli infiniti spazi come ebeti che esplorano i campi di luce nei fondali dell'oceano con gli occhi chiusi e le orecchie tappate dallo sconfinamento in ciò che non ci appartiene, proiettando il basso verso l'alto e associando le forre del regno salato all'imperscrutabile vuoto che ci sovrasta.

Non siamo che nullità raffinata dai raggiri della mente che evade per sentirsi dominatrice indiscussa nella sua deformante cecità, mentre l'inguaribile filatrice di miti si espande ogniddove e sfonda e irrompe portando lo sferzante moto di acque laddove tutto appare immoto nella logica della distanza. Lo spazio è neve che si scioglie al sole e vanifica i sentieri della scienza. L'Universo è il prodotto di un gioco di specchi che si riflettono a vicenda. Ciò che noi chiamiamo Universo è il risultato di svariate prospettive. Con l'immaginazione si espande all'infinito, all'inverso si comprime. Non è la mente logica a creare l'Universo, bensì la mente creativa. Pertanto, dovremmo ribaltare il concetto. L'universo è finito fuori, ma infinito dentro di noi.La curvatura della luce che si propaga nel vuoto distorce la percezione dello spazio, offrendoci l'ebbrezza dell'infinito. In realtà, Siamo specchi riflessi e nulla più. L'incompiuto abita in noi e nel cielo non trasferiamo che quel senso di libertà perduto.. Gli extraterrestri e i custodi degli antichi enigmi siamo noi in bilico tra il sogno e una vacua ubiquità, esuli verso altre dimensioni.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001