Il senso del vuoto e l'integrità dell'androgine dal passato alla modernità
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Il senso del vuoto e l'integrità dell'androgine dal passato alla modernità

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Pompeo Batoni, Pace e Giustizia
Pompeo Batoni, Pace e Giustizia

 

La pittura del Settecento e la scultura di cui Canova è il massimo esponente già guardano al nuovo periodo nascente. Le espressioni dolci che i soggetti esternano con la luce che sembra diffondersi da dentro, suggeriscono la Verità e l'esigenza di aderirvi, riposta nell'animo slanciato verso un desiderio inafferrabile di infinito.

Come è avvenuto nel Rinascimento e nell'Umanesimo, l'Antropoentrismo si ripropone nell'Illuminismo ma in uana chiave un po' più discreta, lasciando parlare la Scienza associata a uno studio attento dell'empirismo. L'Empirismo, come la parola stessa suggerisce, considera la materia nella sua pienezza associata alla qualità di compattezza che le conferisce il carattere di solidità. È solido e presente quanto suscettibile all'esperienza. Vediamo ciò che è solido e questo principio si trasferisce anche in ambito socio politico a proposito della giustizia che necessita di essere riflessa e reimpostata su un concetto di equità sociale. La fuffa della stravaganza monarchica francese associata all'assolutismo del re Sole orienta l'uomo verso il bisogno di ritrasferirsi nell'immagine di nudità concepita come essenza ed è questo il processo che porta l'uomo a riappropriarsi dell'anima sede della vera pienezza resa da Caravaggio il secolo prima dai duri contrasti in cui la luce è al servizio della tenebra e non il suo contraltare etico.

Con la pittura settecentesca la luce investe lo spazio circostante sorgendo dall'interno come il sole ad ogni alba. È questo quanto riscontriamo nella scultura di Canova in cui l'omaggio alla donna è reso plasticamente dalla rispondenza candore conformazione suggerita questa ultima dalla geografia e dall'orografia dei luoghi che racchiudono l'anima del femminile. La scultura di Paolina Bonaparte descrive questo rapporto ora illustrato.

Quanto è empirico è sperimentabile e quindi conferisce solidità al rapporto uomo tempo concretizzabile attraverso l'esistenza.

L'Empireo è la dimora degli dei e in quanto tale suggerisce la visione del vuoto. In realtà però questa visione è colmata dalla vera distanza che è costituita dal metafisico. Su questo si gioca il dibattito della filosofia settecentesca che mette a nudo confronto la praticità piena conseguita dal pragmatismo col nuovo senso di pienezza che rinasce associato allo spirito. "Amore e Psiche" di Canova illustra pienamente questo prolifero dissidio anticipando i contenuti propri del Romanticismo.

Nell'opera "Pace e giustizia" di Pompeo Batoni il senso di concretezza rapportabile al concetto di distanza è reso magnificamente dai simboli classici in possesso delle due divinità quindi facilmente riconoscibili. Dietro c'è l'esperienza iconografica grecolatina ma anche il repertorio simbolico rappresentativo allegorico fornito dal Medioevo. La luce che abbacina i volti e avvolge l'opera tutta conduce a uno stato rasserenante di distensione nel tempo, all'Empireo di cui sopra detto.

L'aggettivo "empirico" che affida l'illusione di pienezza alla materia indagabile e sperimentabile presenta il suo doppio sul quale insisterà l'esperienza romantica e a seguire l'Estetismo di passaggio dal Naturalismo al Decadentismo.

È vuoto ciò che sembra pieno e viceversa, ricordandoci il gioco degli scambi tipico della cultura seicentesca in cui la verità era oltre ogni apparenza e riservata a pochi eletti vicini alla filosofia ermetica. Sul gioco dei ruoli ingannevole insistono la tragediografia e la commediografia shakespeariane che propongono una lettura che associa all'empirico il vuoto da intendersi come espansione delle potenzialità divine o come inconsistenza.

La pienezza nell'arte sacra che poggia su consolidati principi estetici dei quali si fa promotrice, ripropone il tema dell'androgine. È quindi associata all'integrità che include i lati oscuri dell'uomo. La visione dell'Uno suggerisce la dimensione dell'integrità e attraverso l'arte l'androgino rappresentato conduce anche all'illeggibilità di Dio spesso interpretata come tenebra e male.

Nell'opera "Pace e Giustizia" di Pombeo Batoni la giustizia ha dei riferimenti impliciti alla spada di Dio, elemento del corredo simbolico maschile, che vanno a incontrare l'interpretazione antica della giustizia come attributo femminile. Ne esce una sintesi androgenica di stupefacente bellezza che spegne qui nella preponderante pervasione della luce ogni doppiezza.

L'androgine svuotato di ogni sostanza e come espressione puramente estetica lo troviamo nei giochi di corte seicenteschi e nell'eccessiva raffinatezza di molti uomini che risultavano anche per il trucco abusato a cui ricorrevano, eccessivamente effeminati. Una cosa è l'androgino, altro è la mascolinità o il suo eccessivo opposto. La sensualità evocata dall'integrità la ritroviamo nella Gioconda di Leonardo, e nel suo doppio nella cultura erotica fine Novecento giocata sulla perversione suggerita e quindi espressa con somma eleganza. I contenuti morali sono superati dalle espressioni angeliche ad esempio assunte da Moana Pozzi e dalla sua seducenza fanciullezza. Espressioni ambiguamente affascinanti che ritroviamo nel volto leonardesco di Adriano Fumagalli, il massimo esempio del cinema hard italiano degli anni Novanta.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001