La fucina della memoria e le conquiste dell'uomo. Il Medioevo oltre se stesso
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La fucina della memoria e le conquiste dell'uomo. Il Medioevo oltre se stesso

Invito all'Arte
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Cerchia di Donatello, 1386 - 1466
Cerchia di Donatello, 1386 - 1466

 

La mantella avvolge e non disperde. È la placenta posta magnificamente in rilievo dall'arte. Esprime l'intima accoglienza che perdura e si trasferisce all'esterno. Il borgo medievale, nonostante scoscenda dalla rocca, è sede d'incontro con l'aspetto femminile messo in risalto dalla cinta muraria.

Il Medioevo trae ispirazione dal linguaggio sacro delle Scritture anche nella strategia di difesa. Difendersi equivale a proteggere se stessi nel presente e anche quanto ci è stato tramandato e verrà ereditato dai posteri nel tempo futuro. Gli alberi della vita che ritroviamo presenti nelle fabbriche sacre medievali anche sottoforma di mosaico come nell'esempio del pavimento della cattedre di Otranto, ci riportano al bisogno di collegare la memoria al tessuto sacro che pregna ogni tassello del Creato. L'uso del mosaico nel Medioevo non obbedisce solo ad un'accurata ricerca estetica che vuole magnificare le abilità tecniche dell'artista, è semai l'estetica a soggiacere al valore di un proprio significato simbolico.

Il Simbolo è per sua natura immediata comunicazione che agisce sul piano emozionale e per sua definizione esula da qualsiasi ingabbiamento di significato razionale. Eppure, nel Medioevo e non solo in rapporto alla scelta di Dante di utilizzare le allegorie, il Simbolo assurge a significato o forse, scende dal suo piano superiore per interloquire razionalmente con l'uomo. Il Simbolo nel Medioevo modifica la forma mentis dell'uomo e ciò traspare dal bisogno di approcciarsi al Reale evitando di porsi interrogativi scomodi e orientando il discorso su forme di giustificazionismo dall'apparente aspetto retrogrado. L'uomo interroga se stesso sulla conformazione del Cosmo e del Creato che appare geograficamente finito, come lo stesso Dante ci fa intendere nella conclusione del Paradiso. Dio è infinito e in quanto tale possiede delle sue misure che il Medioevo apprende tramite i Templari in visita al tempio di Gerusalemme. "Tutto è misura, numero, peso", è scritto nel libro della Sapienza ed è pertanto necessario un tipo di approccio alla realtà che comprenda la matematica fusa al linguaggio primitivo ed emozionale dell'uomo. Il Creato è un tessuto di tasselli e spetta all'uomo porsi su una nuova linea d'intesa utilizzando la memoria come pilastro co cui riattizzare il fuoco della tradizione. Gli spazi vuoti sono le lacune lasciate aperte dalla sospensione della memoria. Se l'uomo è in rapporto stretto con Dio non possono esserci spazi o lacune e il completo coincide col compiuto. L'Arte è la via magica con cui l'uomo lascia risorgere Dio dentro di sé. Magico è tutto ciò che riporta l'uomo alla tradizione primordiale della Cristianità che si esprime attraverso il canale della sensibilità. Capiamo quindi come mai i Santi medievali fossero anche poeti o artisti o anche filosofi ma di una filosofia come ben ci trasmette il pensiero di Sant'Agostino, non contrapposta al cuore ma fiorita da esso, perché nel cuore risiede la Verità che è Dio.

La ricerca della memoria sarà funzionale a una nuova collocazione dell'uomo nello spazio, che prenderà vita nell'Umanesimo. Qui l'uomo trasferirà a sé stesso gli strumenti di edificazione come squadra e compasso con i quali recupererà le leggi dell'Universo, cogliendosi riflesso della mente divina. Il Creato è lo spazio infinito messo a disposizione dell'uomo che è posto al centro di osservazione di tutte le cose alle quali attribuisce il giusto senso di misura. La nuova forza dell'uomo sarà il suo nuovo limite quando si porterà a sporgersi su altre visuali anche azzardando teorie poi rivelatesi improprie. L'uomo andrà oltre gli spazi limitati della periferica mantella. Le sperimentazioni estetiche mostreranno nuove ambiziose conquiste a partire da dettagli come quello della forma che esce dalla cornice evidenziando proprio la necessità dell'uomo di andare oltre se stesso, cogliendosi infinito.

Paradossalmente l'antropocentrismo aristotelico porterà a stravolgere e ribaltare il concetto di superiorità messo a punto da Dante sul distanziamento subordinato dell'uomo (fattura) dal suo Creatore (Fattore) portando l'uomo a credersi superiore a Dio per il fatto stesso di essere penetrato nelle leggi del Creatore e di averle fatte proprie. Il tribunale Ecclesiastico su questo insisterà a proposito delle condanne, ben consapevole di aver raggiunto lustro e sontuosità grazie all'intervento di artisti e personalità che ruotavano negli ambienti dove regnava la Magia, che avevano tessuto con i suoi esempi di genialità le lodi della Chiesa.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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