In alchimia il metallo con la croce a cui corrisponde il pianeta omonimo è Mercurio collocato da Dante nel secondo cielo. La visione della croce nell'immensa luce composta dai beati è riferita al cielo di Marte, il quarto per ordine nell'ascesa verso il cielo più alto. Stupisce perché proprio al pianeta rosso Dante abbia associato il simbolo per eccellenza dei Cristiani.
Come già espresso nei precedenti articoli, prima che dio della guerra, Marte è un dio delle vegetazioni. Da Marte deriva il nome Marzo e il termine "marziale" riferiti alla guerra. Prima che mese della ripresa bellica, Marzo è il mese del rinnovamento primaverile e della rinascita. Quindi della Resurrezione pasquale che oscilla tra la fine di marzo e i primi di aprile che contiene non a caso la radice del verbo "aprire" inteso come fioritura dei campi e degli alberi. Marzo è anche il mese dell'Equinozio di primavera a cui corrisponde la stagione autunnale dello Scorpione. Marzo e Ottobre sono i mesi del lavoro in riferimento all'agricoltura che parallelamente dona i suoi frutti. Autunno e Primavera sono le stagioni della compensazione: se lavori ricevi in cambio, nonché dei talenti portati a frutto secondo la parabola di Gesù.
Abbiamo visto il valore degli Equinozi nelle rappresentazioni artistiche rinascimentali, in quanto riferiti alle stagioni dell'equilibrio sui quali dovrebbe impostare l'uomo la sua esistenza. Nel Medioevo l'ozio inteso come voglia di non fare niente era un vizio demoniaco che andava combattuto con la preghiera e le fustigazioni corporali al pari della lussuria e delle voglie sessuali. La preghiera era congiunta sl severo lavoro che sbilancia l'uomo verso la vita eterna. Per Dante Marte è il pianeta in cui l'umano e il divino sono in equilibrio nell'uomo virtuoso, ma occorre passare attraverso la croce che sbilancia l'uomo oltre se stesso, nella dimensione divina.
Marte è il pianeta rosso e il rosso è il colore del ferro che si ossida e il colore della guerra. Rosso è anche il colore del sangue versato da Cristo prima della salvezza che si rende possibile solo attraverso il passaggio dalla croce simbolo di morte che conduce alla Resurrezione. Se Marte è il pianeta della guerra e della morte in riferimento alla stagione autunnale in cui cadono le foglie, la croce è la via oltre la morte. Alla salvezza in termini terreni succede in primavera la Resurrezione in termini metafisici e teologici.
La croce diventa quindi orientamento degli Equinozi ma anche dei Solstizi in rapporto alla via perpendicolare dello Zenith che corrisponde visualizzata nel cielo al sole di mezzogiorno a cui si oppone il buio totale degli Inferi.
Al dio Marte è legata la storia di Firenze città di Dante. Secondo una leggenda il dio succitato era il vecchio patrono sostituito durante il Cristianesimo da San Giovanni. Firenze è associata alla bellezza dei fiori e alla fioritura delle arti di cui è capitale indiscussa. Il vecchio nome Florentia lo ritroviamo rappresentato nel giglio fiorentino, simbolo della città. San Giovanni è il santo delle porte solstiziali e nella rappresentazione della croce è il guardiano delle porte dei punti estremi solstiziali. Al centro tra i due punti fiorisce Firenze che ha dato vita al nuovo classicismo quattrocentesco attraverso il movimento umanistico. È la città degli Equinozi e porta impresso l'ocra dei fiori di San Giovanni che abbelliscono le colline alle porte dell'estate. Separare Firenze dall'operazione pittorica condotta da Botticelli nel Rinascimento sarebbe un errore. Firenze è l'ispiratrice delle tinte calde che abbracciano nella loro levità le opere pittoriche di umanisti e rinascimentali, stimolando l'ambiguità tra autunno e primavera e tra uomo e donna, quest'ultima ambiguità sublimamente rappresentata nella Gioconda e dalla figura di San Giovanni ne "Il cenacolo", entrambe opere di Leonardo.