La musica del flauto e l'identità universale
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La musica del flauto e l'identità universale

Invito all'Arte
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Il pifferaio magico di Hamelin - Dipinto di Maxfield Parrish - The Palace Hotel - San Francisco
Il pifferaio magico di Hamelin - Dipinto di Maxfield Parrish - The Palace Hotel - San Francisco

 

Se la musica è esaltazione, l'arte rappresentativa è contemplazione. La musica sa essere immediata e per questo attraversa le frontiere ed è presente nei momenti di condivisione, di festa come di dolore.

Trascende la materia, scavalcandola con impeto gagliardo come anche malinconico, verso l'alto e in orizzontale, pervadendo gli animi. Nonostante le varie categorie musicali, la musica non si sofferma su quello che è il linguaggio espressivo adottato e si lascia comprendere da chi ha un animo affine a quello di chi ha tracciato le sue note e ha edificato un prezioso castello di suoni. Elevarsi fino a sfiorare il cielo è quanto attraverso il flauto, anche simbolo sessuale oltreché primitivo strumento, nelle feste agresti ci si voleva prefiggere. La musica non può prescindere dalla via dell'ebbrezza erogena condannata aspramente dalla Chiesa medievale e non solo, perché porta l'uomo a sfuggire a ogni intenzione di controllo. La musica smaschera e rivela la verità interiore e quella di chi si pone in ascolto, ed è quanto ci suggerisce una lettura attenta de "Il flauto magico" di Mozart.

Che la musica attraverso l'azione congiunta di melodia e testo colpisca i sensi e penetri nell'anima superando le barriere sociali e culturali, è quanto ci dimostra proprio il melodramma e il successivo passo verso l'opera vera e propria, cuore pulsante di tutto L'Ottocento. Il nobile elegantemente seduto al palco d'onore, così come il povero ciabattino all'interno della sua misera bottega intonano arie, colpiti in ugual misura da quanto veicolato dallo spirito di quella musica. La Natura è spirito e in quanto tale eleva il suo candore verso il Cosmo attraverso le note che suscitano anche folgorante passione. La musica mette insieme idillio e torcimento dei sensi. È via verso il cielo che sdruce i bisogni terreni alimentandoli dall'interno, quindi liberandoli nella volta stellata. Qui si riscontra la necessità del canto gregoriano di rendersi cupo secondo un'immagine di verginale purezza che attiene al Sacro e che va a scalzare quanto sarebbe proprio della Natura, indomito e festoso. È un elemento questo esercitato da un certo modo di comprendere il Sacro che va ad alterare quanto è proprio della Natura veicolo ed esternazione di un sentimento di libertà che si va a riqualificare nel Romanticismo, in opposizione a quanto attuato nel Medioevo. Proprio su questo insiste lo scisma tra Vaticano e Chiesa anglicana mirata a seguire le intenzioni del cuore attraverso una vita palpitante di passioni, al contrario di quanto perpetrato dalla Chiesa di Roma.

C'è da dire in merito che la suddivisione drastica in periodi dal Medioevo a salire, così schematica qui in Italia, è completamente assente nei Paesi anglosassoni ma anche germanici dove il Medioevo abbraccia anche i due secoli successivi da noi suddivisi nei periodi Umanesimo e Rinascimento. Ciò spiega il motivo per cui lo spirito medievale anglosassone non va a confliggere come da noi con lo spirito romantico autentico, ma viene da questo ripreso e riattualizzato, senza che vi sia l'ingerenza autoritaria della Chiesa e dell'antropocentrismo di stampo intellettualistico a deviarne il corso.

La musica del piffero e degli strumenti rudimentali a fiato ci fa assaporare le atmosfere rese in architettura dalla costruzione dei castelli, simili ai tronchi dalle basse ed estese radici che troneggiano nei luoghi isolati e nelle radure. Atmosfere queste che rivisitiamo attraverso la congiunzione tra presenza umana e territorio nel suggestivo Nord Europeo e in Cornovaglia, terra dei miti bretoni. Le finestrelle sono i fori da cui entra la luce e richiamano i buchi del flauto da cui esce la voce dello strumento. La torre che si erge esprime l'intenzione di predominio e autorità anche genealogica che determina il concetto di dinastia.

Il flauto, recuperando quanto detto a proposito dell'universalità della musica, travalica ogni concetto di limitativo linguaggio. Lo assimiliamo quindi anche alla famosa torre di Babele che sale verso il cielo, portando stirpi e genti a condividere un unico "condominio" che abbatta la logica delle distanze e delle singole peculiarità.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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