Ci sentiamo spogli di tutto ciò che deve cadere. Degli appuntamenti a parole, degli incontri mai accaduti o ripetuti. Questo è l'autunno e la nebbia che avvolge, ci invita a non aspettarci niente da nessuno, se non da noi stessi.
Si è pieni solo dei propri contenuti e del proprio coraggio quando ci si mette in viaggio, e allora si torna liberi davvero e di sbagliare.
Se c'è una stagione che è propria del viaggiatore, questa è l'autunno. Dover fare i conti con se stesso e con la voce che gli parla da dentro e mai troppo ascoltata, in questo è il senso di ogni viaggio e non nel vagare a zonzo di qua e di là. Il vagabondo è altro dal viaggiatore. È colui che esterna la propria disperazione e la riversa sul mondo e nel mondo. È di monito agli altri a non essere come lui, ma spesso la vita ci stria con schegge di vetro, lasciandoci cicatrici che non conosceranno mai guarigione.
Siamo ciò che dovevamo diventare, eppure non sempre funziona così. Il mosaico di ogni esistenza è fatto di tessere che s'incontrano e ci restituiscono un quadro ahimè mai livellato. Esiste il mosaico ed esiste la superficie liscia che non ha incrinature né rughe, ed esprime al meglio il genio artistico di rappresentare.
La parola mosaico deriva dal greco "muo" attraverso il tramite di musa, espressione di arte. "Muo: nascondere" associato a "mosaico" rivela il senso del tutto, l'uniformità attraverso le crepe ed è chiara qui la matrice simbolica del significato. Giungere al tutto uniforme equivale a giungere al compiuto, secondo la logica di perfezione armonica resa dalla circonferenza in cui tutto fila nella corrente dell'esistenza, obbedendo a un richiamo invisibile. Incastrare per livellare e abbracciare il senso di una superiore armonia è quanto si spiega attraverso il mosaico che trae ispirazione da quanto è oltre la Natura e si esprime nel Cosmo attraverso schegge di illusione. Il mosaico è oltre la legge del mare che crea increspature nell'andirivieni delle onde. È nel ventre del mare dalle profondità taciute che portano a riva relitti con cui ricostruire il senso del tutto. Al di là di ogni riferimento metaforico, il mosaico diventa distintivo dei regni oltre la sponda, di quelle civiltà talassiche che ci urlano i loro frammenti da una preziosità sepolta che rinveniamo alla luce attraverso scavi e operazioni di recupero.