Il Romanticismo. Il coraggio dell'eroe e l'essere donna
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Il Romanticismo. Il coraggio dell'eroe e l'essere donna

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Giovanni Segantini - L'angelo della vita, 1894
Giovanni Segantini - L'angelo della vita, 1894

 

La comodità ha distrutto i sentimenti. La comodità, anziché avvicinare, ha diviso le persone. È un processo che è partito da lontano.

Ciò che la Natura unisce, il progresso che ha portato alle comodità nella vita di tutti, divide. È il prezzo da pagare.

Tutto è partito ed è andato accelerando di gran fretta con lo spopolamento delle campagne alla fine dell'Ottocento. Adesso, col passaggio radicale dall'economia industriale a quella tecnologico digitale sembra non ci sia più alcunché da recuperare. Occuparsi dell'ambiente secondo la concezione attuale significa fare in modo che l'uomo non abbia ad affrontare gravi rinunce. È un tutelare la Natura allo scopo di tutelare l'uomo e non tutta l'umanità, bensì la ristretta fetta di quelli che detengono il potere ideologico ed economico a livello globale. Si continua a interporre una barriera tra noi e la Natura, come se fosse altro dall'umanità e non l'organismo vivente che ci accoglie tutti.

La Natura ha bisogno di comprensione dall'interno. Non di ulteriori manomissioni allo scopo di piegarla o di preservarla in alcuni dei suoi aspetti e in quelli che convengono. Va vissuta in quanto anima o riflesso di un principio superiore. Da sempre la filosofia si è dibattuta sulle questioni ontologico metafisiche tra immanente e trascendente e con questo spirito si è snodata la narrazione del Pensiero classico più antico.

Uno degli aspetti trascurati nella lettura del Romanticismo riguarda il carattere del coraggio appreso dalla Natura e che rivela il forte legame empatico tra l'uomo ed essa. La caparbietà che contraddistingue quel momento storico culturale non va solo legata agli uomini in rapporto alle azioni e al valore bellico ma anche alla donna che va riconsiderata nella sua forza più atavica. Partorire in segreto, dare alla luce figli mentre il marito è in guerra, rimboccarsi le maniche per mandare avanti in solitudine la famiglia sono gli aspetti che dovremmo riconsiderare a proposito della donna e che la completano nel quadro esaustivo della femminilità. Accanto a queste situazioni ve ne sono altre che rivelano la capacità di autodeterminazione nascosta nella donna e nello spirito umano. L'ultima parola spetta al destino. Destino spesso violato, rinnegato o non ascoltato. Comunquesia, un ostacolo, scavalcato il quale, si dà luogo alla narrazione vera e propria. In fondo, chi è l'eroe vero se non colui che sfida il destino sulla base di principi e traguardi più che convincenti?

Nel cuore della donna tutto esiste. È una grande casa col un grande camino dove tenere al caldo tutte le anime che vi sono entrate. Il sacrificio non è innanzitutto lasciare che l'amore attraversi il proprio cuore per instillarvi presenze che sono il riconoscimento di anime antiche? Nel cuore di una donna anche gli inverni hanno colore quale realtà di una terra immortale.

I fantasmi femminili che agitano la narrazione gotica dei film anni Settanta (come ad esempio "Ritratto di donna velata" che vede attore principale un giovane Enrico Montesano) rendono un'idea veritiera per quanto possa apparire suggestiva e lontana, del rapporto della donna con l'immortalità. Se l'eternità è l'impronta del poeta, l'immortalità è dell'arcano femminile che travalica i limiti stessi della morte assumendo le fattezze di divinità arcaiche. La donna è fautrice della vita e del destino di morte di cui lei è padrona, scavalcando la morte stessa.

Come potrebbe consegnarci la morte colei che dà la vita? È in nome di un Dio superiore che ciò si compie facendoci balzare da una dimensione all'altra. Nel Regno del Femminile la morte è espressione della volontà impressa nella Natura. E la donna si ispira alla Natura nel decidere chi salvare dentro di sé oppure uccidere.

Il seme della sua libertà è figlio del dolore e dell'infelicità. Come nella Natura da cui il Medioevo trae i dovuti insegnamenti, la donna romantica vede la prova di coraggio dispiegarsi negli spazi oltre il suo ambiente privato. La maturità di una gatta che scappa per accoppiarsi al suo prescelto, la tenacia di una coppia di uccelli che vanno a turno a caccia per nutrire i loro piccoli nel nido da accudire... tutto insegna che la vita è uscita dal circolo chiuso delle possibilità e da lì si inoltra per le vie rischiose di Ecate che conducono all'affermazione della libertà. Questa è allora principio e percorso, più di un obiettivo. E questo percorso attraverso miti, storie e leggende si fa modello di narrazione.

Nelle donne che incontriamo nella narrativa romantica ritroviamo Ginevra, la sua variante Genoveffa, e tante altre eroine che hanno seguito il cuore e non hanno mai perso la speranza figlia del coraggio con cui affrontatare mille stenti tramite i quali conseguire la felicità. Come la dea Artemide tanto cara in Età Romantica insegna, si diventa liberi se si ha la forza di vincere se stessi e le proprie paure. 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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