Il Romanticismo e la dimensione del Mistero
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Il Romanticismo e la dimensione del Mistero

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Johann Heinrich Fussli, incubo
Johann Heinrich Fussli, incubo

 

In un'epoca condizionata dalla forte presenza dell'irrazionale all'interno delle singole esperienze umane non può che ricollocarsi in maniera incisiva la tragedia nel suo significato più dirompente.

Si recuperano Shakespeare e l'antica tradizione degli amori impossibili riattualizzati dagli atteggiamenti di rivalsa dell'aristocrazia recalcitrante verso la rinuncia delle sue costumanze, nonché dei suoi privilegi. La condizione sottomessa della donna vittima dell'educazione e dei dettami che l'antico rango impone, da un lato limita, dall'altro porta la figura femminile a collocarsi sulla linea di una eternità che si ripropone in diversi e ricorrenti cicli storici. Quella che era la struttura ciclica prettamente riservata al Mito, viene recuperata e traslata alla tragedia che si riattualizza e di volta in volta si storicizza nelle singole esistenze private, riproponendo individualmente tutto un repertorio legato al tema della sventura e del destino nefasto. Amori, intrighi e tradimenti riportano in auge i vecchi poemi cavallereschi. La morte fisica non è risolutiva ma condanna a un amore che al di là delle spoglie fisiche è l'eroe vincente di ogni storia. L'esotismo e la curiosità verso i lontani mondi orientali introducono alle teorie della reincarnazione che vanno a sovrapporsi a quelle legate alla cultura del vampirismo. I cicli ritornano e ai cicli non si sfugge. L'uomo rimane legato all'incmprensibile che sovrasta l'esistenza e si ritrova nel concetto di destino. L'uomo è cieco dinanzi al proprio destino in Italia ammansito dal culto della fede cattolica.

La maledizione che marchia l'esistenza del singolo e la condiziona trova terreno fertile nelle culture nord europee in cui il Protestantesimo non fa che accentuare gli aspetti più oscuri e macabri del Romanticismo. La piega gotica fa sì che la morte non sia che il passaggio necessario per la sconfitta del tempo storico, riproponendo l'eternità nella dimensione terrena. Ciò determina la compresenza di spiriti ed esseri umani, fantasmi e castellani, vampiri e persone, tutti accomunati dalla stessa cecità verso ciascuna condizione e verso ogni singolo destino. In questa visione ontologica il punto di partenza e il punto di arrivo coincidono. Non si sfugge alla propria natura e non si sfugge a quanto deve accadere.

Di contro a quello solare, diurno, si risveglia il corredo simbolico lunare, legato al notturno con tutte le figure che lo interessano. La licantropia, il regno delle ombre e il vampirismo sono tutte realtà legate alla dimensione ctonia e femminile che si riconosce nelle forze tumultuose dell'irrazionale. L'uomo che non crede in un Dio che conosce e che lo protegga vive nel continuo confronto con la dimensione del buio che a differenza di quanto suggeriva il Medioevo e in particolare quello religioso e dantesco, non ha una sua consequenzialità morale, ma una necessità che all'uomo non è dato conoscere. Il buio e le sue creature mostruose esistono, all'uomo sulle basi anche delle sue reminiscenze pagane e celtiche non resta che accettare l'inferiorità della ragione in rapporto all'ineluttabile e alla compresenza dei vari regni.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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