Il 14 luglio è ricorso l'anniversario della nascita del pittore Gustav Klimt. Con klimt l'arte entra nel suo discorso più magico, reso possibile dallo scardinamento e dalla ricomposizione della luce in pittura. È impossibile scindere Klimt dalla nuova organizzazione culturale dell'Europa che grazie all'Età Vittoriana si espanderà a conquistare nuove frontiere e a importare fermenti culturali esotici che influenzeranno i preesistenti linguaggi dell'Arte.
Il progressismo artistico paradossalmente va a combaciare in quegli anni con la sete di profondità che l'Europa rivendica per contrastare il materialismo e la ricerca tecnologica. Guardare dentro di sé per manifestarsi in una poliedrica ricomposizione filtrata dalla luce che non è semplice turbamento e decoro, ma sostanza generata dalla notte e che nessuna figura più del corpo femminile riesce a esprimere.
Guardare oltre le proprie frontiere significa abbracciare visioni di spiritualità più grandi che riportano l'uomo al comune denominatore di essere parte di un tutto. L'uomo di quel tempo considera ogni microcosmo diverso da tutti gli altri e per questo apprezzabile e insindacabile. Vi è traccia di tutto questo e molto più nella pittura elaborata di Klimt, mai solo lavori di pregiata leziosita' ma enunciazione sul piano immaginifico del sacro che è nella Natura e che smuove le corde delle emozioni. La pittura di Klimt è emozionale e di ritorno a quelle viscere nude e segrete che la donna rappresenta insieme al Femminile che incarna ed esprime. Di forte richiamo gotico, ed evocativa ma non nel senso di un'estetica fine a se stessa, ma in quanto riconciliatrice di quegli aspetti magici che il Gotico aveva consegnato all'umanità. È con l'Età Vittoriana e l'apertura sensoriale alle altre forme di spiritualità che il respiro gotico ritorna e recupera il suo ruolo di prestigio apportando fermenti nuovi veicolati dalle espressioni Liberty e Tiffany. In Klimt i preziosismi che corredano le figure femminili riportano in auge il valore della sacralità della Natura espressa da una nuova quanto arcana visione della donna origine e madre pura. In tale prospettiva ci accingiamo alla sua opera Maternità in cui la luce è polvere d'oro di richiamo alla preziosità antica del sole che frantuma e ricrea nuove forme e microcosmi ciascuno caratterizzato da un respiro proprio, ma in inequivocabile legame sinergico con gli altri mondi. Il sole, la polvere di astri, le cortine leggere non sono solo dettagli e riecheggiamento di una cultura altra ed esotica, ma terreno di condivisione per riportare in alto ciò che si svolge dentro e sotto di noi. È fortemente simbolica la pittura di Klimt, ma di un simbolismo che è appannaggio di una dimensione sacra che non vuole travolgere e dominare il profano, bensì coniugarsi ad esso per elevare l'uomo a quelle certezze che possiede e che ha alienato. E così, forti si fanno nelle opere di Klimt i richiami all'arte egizia e faraonica non per sublimare il lusso materiale ma per riavvicinare l'uomo a quell"operazione di conversione e sublimazione delle sue imperfezioni. In un'epoca, quella attuale degli eccessi senza senso, Klimt ci educa a ritrovare il significato profondo delle cose che abitano nell'uomo e ne costituiscono la radice. Il Sacro quindi non è relegato all'ambito delle professioni di Fede, ma inquadrato nel recupero delle interiorità, ossia di quanto ci appartiene e che il progresso tende ad eclissare.
Riconversione e sublimazione di quegli aspetti taciuti in un mondo che corre a ruota libera verso le forme profane di lussuria e tenebrosità, sono gli spunti di riflessione che ci porgono le opere di Klimt in cui la donna ricompare dal di dentro quale fiore sbocciato nella luce.
Cosa c'è di più sacro di questo? Altro dalle mirabili opere di Renoir improntate sulle figure femminili che propongono un'immagine di gioiosa leggerezza in un mondo appesantito e avvitato intorno ai suoi giri di soprusi e potere.
Non si può abbracciare la luce e lasciarsi rivestire di essa se non dopo aver sceso i gradini delle interiorità verginali ed è quanto Il Gotico insegna con le splendide vetrate delle cattedrali, a ricordarci che siamo forma nella luce tirata su dalle radici e che il nudo in pittura è il risultato di un florido lavoro di ricerca estetica ma prima ancora alchemica, tramite cui l'Arte viene riconsegnata all'uomo. Questo messaggio risuona forte nelle opere pittoriche di Klimt dove l'incarnato delle figure femminili va a intrecciare i colori della natura, entrambi resi possibili dal lavoro magistrale che la luce incide sulla realtà. Scansione e ricomposizione è un lavoro che ci viene riproposto di continuo dalle ammirevoli opere di Klimt che sembra indugiare sulle forme scomposte e reinventate dalla luce. Le forme da lui dipinte sembrano figliate da una visione plastica della realtà frantumata in più puzzle creati non da tessere rigide di un unico mosaico, ma con più frammenti preziosi che si ritrovano nell'identità di ogni soggetto vivente.
Klimt lascia parlare l'oro in un'epoca in cui la preziosità, dei metalli era di invito a rigenerarsi attraverso la pratica di rituali riproposti in chiave moderna ma antichi nel tempo. Il Novecento e la fioritura dei suoi salotti culturali esoterici deve molto a quel tempo in cui la sprovincializzazione è stata di stimolo alla ricerca delle singole identità e non invece cancellazione delle stesse in vista di un nuovo e imperante disegno collettivo. C'è ordine nelle composizioni pittoriche di Klimt. Ogni fiore è un occhio di luce che guarda verso di noi e ci richiama a una osservazione del mondo da altri canali e altre prospettive che arricchiscono e non depotenziano. Pullulano di fiori e di poesia le opere di Klimt. Le forme strabordano dal bellissimo verde smeraldo da lui proposto, rimandando al fluido materno da cui traggono sviluppo le singole forme di vita. Nulla è artefatto o artificioso e Klimt con i suoi effetti ottci giocosi ci apparecchia una nuova visione di vita sempre entusiastica ed entusiasmante nelle sue molteplici elementarità.