Oggi la musica è concepita come "Omnia," ossia presente in tutto. È di tutto ciò che è presenza. Con la musica oggi, si è in un mondo parallelo in cui ogni cosa, anche lo spazio, è anima. In questa dimensione si è in fusione con chi ci ha trapassati ed è presenza: eterno e spazio configurato come Universo e Vuoto.
Pochi considerano che la metafonia è stata di supporto nei primi del Novecento ai nuovi viaggi di esplorazione non solo nell'anima ma anche nella musica. Le nuove tendenze spiritualistiche hanno alimentato nuove forme di credo e aggiunto nuove visioni dettate dalla modernità incombente, alla Fede già precostituita.
Il passaggio dall'Ottocento al Novecento è anche questo: aumentare la sensorialità sul piano sensibile e spostare sempre più in là la soglia del mistero non conoscibile.
È sul nascere del Novecento che gli studi dell'elettricità introducono a nuovi approcci nell'ambito della sensitività. La metafonia porta a credere che l'aldilà non sia che un aspetto del nostro presente, in una collocazione spaziotemporale del qui ed ora. La voce singola o corale delle anime traccia percorsi che dentro i partecipanti a queste forme di contatto assumono veri e propri andamenti melodici capaci di compiere iperboli e parabole o di assumere una traccia a zig zag che prepara all'elettronica più avanzata che dagli anni Settanta in poi saprà prendere il volo fino a imporsi definitivamente. La musica non sarà più concepita come ampliamento dello spazio o suo arredo esaustivo, ma diverrà lo spazio concepito senza barriere e senza alcun filtro che provenga dagli spettri luminosi o dalle percezioni di comune percezione. Questa concezione della musica matura con la New Age e darà forte impulso alle nuove correnti di apertura al Mondialismo e alla Music of the world. In questa effetti di richiamo alla cultura mistica orientale si mescolano a sonorità space fantascientifiche, azzerando il tradizionale concetto spaziotemporale. Il presente diviene lo spazio che è non solo crocevia di infiniti mondi e dimensioni ma anche coacervo o plasma in cui esistono molteplici forme di vita dal meno al più evoluto secondo i parametri dell'evoluzione spirituale.
Con l'esperienza dello spiritismo che trova forti consensi in ambienti vicini alla Teosofia, la musica non è più dialogo metafisico con i morti ma affaccio nel presente su altre dimensioni alle quali si accede tramite la medianità della musica. La musica si afferma come rito ed esperienza estatica di per sé, divenendo successivamente, dalla fine degli anni Sessanta, guida e viatico alle esperienze psichedeliche. Ma è alle soglie del nuovo millennio che grazie al forte impulso dell'elettronica la musica diviene sostitutiva delle droghe, imponendosi per le sue qualità allucinogene. I viaggi astrali sono realtà a cui si accede in stati di pre o trance vera e propria a bordo di tappeti sonori che sono estensioni di melodie capaci di vincere la resistenza fisica di viaggio e tempo. La musica mai come oggi diviene in pratica ciò che aveva sul piano teoretico affermato anticamente Platone. Ma è con Pitagora che diventa argomento di studi aritmetici basati sul suono prodotto dalla vibrazione della corda. La musica è concepita come incrocio di geometrie e numeri e scansioni aritmetiche che non incesellano uno spazio, quello umano ed empirico già conosciuto e decifrato, ma spostano l'essere oltre ogni divaricazione possibile, riassorbendolo nel Vuoto che diviene coincidente con l'essere stesso.