E' difficile distinguere e riconoscere una mente pensante libera. Lo e' sempre stato e lo e' ancor piu' oggi nell'era del virtuale in cui tutto appare ammantato di menzogna.

La confusione che oggigiorno ci impantana e' sicuramente in larga parte attribuibile alla forte ingerenza nelle attivita' quotidiane dell'uso del computer che diviene ancor piu' pressante e distorsivo nelle attivita' culturali e intellettuali. Lo scontro tra ideologie diverse e' sempre esistito, ma oggi oltre a travalicare i confini umani, presenta dubbie veridicita' che corrono in rete fiaccando le menti oneste. Stanno crollando vecchie congetture e nuove stanno emergendo ribaltando i nostri sistemi ideologici convenzionali, in nome di uno svecchiamento per nulla accantonato ma travestito da eccentrica ribellione.
Col crollo delle vecchie metodologie di analisi, i conflitti dualistici tendono a infervorarsi attorno a personaggi che hanno attraversato tempi duri e che oggi si ritrovano macchiati d'odio, perche' non in linea con il Pensiero vigente. Oggi ritornano in auge, risvegliati forse da un bisogno di pulizia intellettuale e in nome di una trionfante verita' che ponga fine al caos attuale. Lo scontro estremizzato tra fazioni di sinistra e di destra se da un lato sta imbrattando il dialogo politico in vista delle prossime elezioni, dall'altro sta facendo luce sui profli reali di pensatori e scrittori travolti dalla macchina del fango. Come dire, non tutti i mali vengono per nuocere soprattutto in un'epoca in cui la coscienza storica libera e schietta sembra doversi ricercare col lanternino. Nonostante ne sia passata di acqua sotto i ponti dal secondo dopoguerra, i paladini di ideologie non del tutto tramontate stanno impiegando le loro forze nella rilettura di spaccati epocali che hanno lasciato a tutti l'amaro in bocca. La Resistenza, che gli avventori della prima Repubblia hanno erto a vessillo della loro onesta' e giustizia storica, sta per essere ritrattata sulla base di episodi riemersi che aprono squarci su pagine di storia volutamente taciute. Si sa, la Storia, per come viene tramandata, siede sul carro dei vincitori, tutti uniti e compatti nella loro strategia del potere che passa anche attraverso la diffusione di fatti e documenti filtrati a dovere, affinche' non lascino sfilacci di ombre o dubbi.

Un intellettuale che ha pagato erroneamente la sua individualita' mai premiata dall'ideologia massimalista e mistificatrice dei Comunisti italiani e' proprio Gianpaolo Pansa. Bistrattato e umiliato dalla Sinistra eversiva perche' ritenuto vicino alle posizioni fasciste, con una scrittura semplice e incisiva ha saputo raccontare l'Italia del secondo dopoguerra senza sbavature di alcun genere e prestando fede a una onesta' intellettuale cristallina.. Editorialista della Stampa, poi della Repubblica e dell'Espresso, si e' distinto nella giovane repubblica italiana per la sua sete di verita', convinto che questa andasse ricercata non da meno negli episodi di furto della liberta' umana, di aggressione agli individui persone, ai quali sono stati assegnati paragrafi marginali nel racconto della grande storia. Il Dubbio anima i forti e abita la cscienza di chi non mette a tacere il rigorismo etico e proprio in virtu' di cio' , Gianpaolo Pansa e' stato relegato ai confini della critica storica da una Sinistra poco propensa al confronto maturo, e quindi scarsamente illuminata. Tacciato di favoreggiamento dell'ideologia fascista, Pansa e' riuscito a raccontare la storia attraverso pagine scritte di pugno lasciando parlare la gente comune che ha vissuto i drammi di un periodo molto travagliato e talmente frastagliato da non dimenticare la musica dei sentimenti. Gli anni che lui affronta vanno dalla lotta partigiana al periodo immediatamente successivo, agganciati alla Guerra Fredda a cui lui nel romanzo Siamo stati cosi' felici riesce a dare corpo calandoli nel quotidiano.

L'umanita' di Pansa non trasgredisce il suo rigorismo etico e da grande sostenitore della verita' storica lui riesce a far cantare l'animo umano attraverso storie di giovani innamorati che serbano all'interno quella prodezza oggigiorno estinta che si accompagna a un nutrito bagaglio di ideali ormai per nulla convinto. Grande risalto e' dato alle figure femminili forti, tenaci che un ruolo importante hanno svolto nella ricostruzione dell'Italia e ancor prima, nella proiezione verso un futuro per nulla facile da intravvedere dietro la cortina di morti, nonche' il fallimento dei programmi nazionalistici di allora. L'amore per Panza non e' quindi un contorno, ma parte vivida e integrante di un puzzle completo che si veste di concretezza e a cui lui sa dare respiro attraverso nomi e storie che possono concludersi all'ultima pagina, ma che lasciano un'eco eterna e indelebile. La donna e' interiorita' in Ma l'amore no, cosi' come anche completezza. La sua sostanza viva ed esplosiva nel privato non si ridimensiona affatto nel confronto con la storia, alla quale partecipa attivamente. La donna che si consuma tra le pagine del romanziere Panza e' protagonista ma anche complice guida. E trasmette un'insaziabile voglia di vivere e impugnare la propria esistenza, sfuggendo ad ogni precostituito dogmatismo.