L'ariete che compare a completare il corredo immaginifico del gigante Polifemo nella grotta, esprime la presenza della luce come guida verso la verita' che l'uomo e' tenuto a ricercare per gli antri oscuri della sua interiorita'.
Il cieco non si disperde per le dilaganti correnti della vanita', per i meandri di una fenomenologia che lo distolga dal regno della coscienza. Esemplare in questo e' la figura di Omero stesso, il vate del popolo greco in via di affermazione.
Nella sua Odissea compaiono tutte le figure emblematiche dell'epos. Giganti, semidei, divinita' combattenti e poco limpide e infine l'uomo stesso che porta in trionfo la propria determinazione. I giganti, la stirpe dei Titani, sono presenti nel racconto omerico come il gradino basso di un percorso di formazione culturale a salire verso la Luce che nel tempo si afferma come Razionalita' attraverso la speculazione filosofica. In cio' si evidenzia una marcata differenza dalle civilta' limitrofe e lontane che contemplano i giganti quali espressione di un gradino superiore nella scala delle creature antropomorfiche. Partendo dall'alto, questa tende a concludersi con gli esseri piu' piccoli e capricciosi, spesso legati a una concezione della vita spassionata e godereccia rappresentata da gnomi e nanetti. O al contrario, rozza e grottesca cosi' come anche malvagia, che riscontriamo negli orchi. Tralasciando le teorie non da tutti condivise che rapportano i giganti alle razze aliene, e soffermandoci invece sui processi strutturali che compongono il patrimonio archetipico collettivo, osserviamo che i giganti sono in determinate culture emanazione diretta della sorgente divina confusa dalla tradizone filosofica con i lumi che armano la conoscenza speculativa che ad essisi contrappone. Nella Genesi, cosi' come nella tradizione arturiana a proposito della tomba di Artu' di dimensioni spropositate per aver ospitato una salma umana, i giganti esprimono la forza dell'ordine Cosmico che impregna il mondo vivente e lo collega alla Luce universale. Il mondo sottile, invisibile e' percorso dalla luce. Folletti, Elfi e Fate sono emanazione spontanea e dretta della fonte che alimenta tutto e lo assembla a se'.
Il Superomismo inscritto nell'Odissea e' soggetto a entita' che consgliano e affiancano l'uomo che resta comunque con se stesso a condurre il timone della propria esistenza. Ulisse il luminoso o dios e' colui che deve rafforzarsi nella propria padronanza di se', intellettiva e vincente. E' il trionfatore di se stesso sui marosi della vita che non conoscoo piste da battere e sballottano l'uomo in un duro e periglioso confronto con se stesso. Gli eroi sono uomini. Le divinita' sono uomini che dimorano nella terra senza tempo e per questo godono di privilegi sulla sorte di ciascuno. Si calano e risalgono al loro Olimpo lasciando allo scibile umano la facolta' di interpretare le loro azioni. Con Nietzsche e partendo dal Romanticismo discepolo della Natura, l'Esistenzialismo si traveste di idealita' e di quell'eroismo che trascende i lumi della profanita' e si eleva oltre se stesso. Ai concetti di Patria e Famiglia, Virtu' umane si espande la spinta di responsabilita' concepita nell'uomo che ha fede in se stesso e pertanto scavalca le concezioni precedenti legate alla visione di Dio e del mondo. Gli schemi crollano, la filosofia si riveste di toni caldi e di ebbrezza, stimolando l'uomo ad andare oltre, abbracciando la volonta' di potenza che lo conduca al Superuomo.