Aumenti, il colpo di grazia dopo il Covid. Ne parliamo con l'imprenditore Angelo Modica
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Aumenti, il colpo di grazia dopo il Covid. Ne parliamo con l'imprenditore Angelo Modica

Ascoltiamo spesso per televisione la testimonianza dei portavoce di diverse famiglie italiane che si ritrovano sull'orlo del baratro per i forti e generalizzati aumenti. A questi nessuno, tra politici ed economisti, sembra dare adeguate risposte. È grave e paradossale se ci soffermiamo a riflettere sull'epoca in cui tutto ciò accade, di forti propagande progressiste e di campagne impugnate a favore di un umanesimo che sostenga i più deboli.

Degli aumenti ingiustificati e della crisi imprenditoriale nel nostro Paese parleremo in questa intervista con l'imprenditore Angelo Modica, amministratore unico delle due aziende italiane leader nel settore della stampa tradizionale e sublimatica, la New Decor System, che si occupa della produzione e la New Mod System delle affissioni e degli allestimenti pubblicitari.

L'Italia in passato ha mostrato di avere forti capacità di sapersi reinventare dopo guerre e pandemie. Gli Italiani, nonostante le numerose difficoltà e lacerazioni che ci contraddistinguono e attraversano anche come popolo, hanno mostrato di avere numerose risorse che con gli eventi infausti hanno visto la luce.

Il nostro è sempre stato un Paese dai rapporti controversi con gli stranieri e che ha dovuto faticare non poco per riuscire a imporre le proprie autonomia e capacità manifatturiere anche in quei Paesi che hanno per indole la tendenza a dominare e non a collaborare.

Si pensava che dopo il Covid l'Europa tutta avrebbe conosciuto un'uguale ripartenza e uguali profitti, ma già come era successo con l'ingresso nell'Euro, le velocità di ingranaggio del sistema economico finanziario si sono rivelate diverse e l'Italia si ritrova ancora una volta fanalino di coda. Ciò nonostante le prestazioni aziendali e i prodotti immessi sui mercati tra i migliori nel mondo.

Qualcosa è andato storto o forse, continua a girare nel modo sbagliato. E proprio su questo sarà impostata l'intervista all'imprenditore Angelo Modica da anni impegnato con le sue aziende nel settore della stampa tradizionale e sublimatica che con la serietà e la qualità dei prodotti contribuisce a portare in alto il nome dell'Italia, offrendo prodotti assolutamente al cento per cento ecologici.

Signor Modica, che momento è quello che stiamo attraversando noi Italiani?

"Un momento pessimo, direi. Abbiamo aumenti diffusi e generalizzati senza che vi sia una vera giustificazione. Ad essere colpiti non sono solo famiglie e cittadini ma anche le imprese e questo è un dato davvero preoccupante perché, se si fermano le aziende, tutta l'economia è in sofferenza e si blocca."

Lei parla di aumento non giustificato dei prezzi. Che intende esattamente?

"Intendo dire che gli aumenti dovrebbero interessare soltanto gas ed elettricità, ma così non è, perché a queste due forniture sono collegate diverse categorie di servizi come ad esempio quello dei trasporti."

Cosa dovrebbe e cosa non dovrebbe fare quindi, secondo lei, un'impresa medio grande per sopravvivere al tempo d'oggi?

"Paradossalmente la risposta è una sola. Non aumentare i prezzi. Una risposta a doppio taglio come si può ben capire, perché se i costi delle materie prime e delle tasse aumentano, abbassare i prezzi significherebbe non sopportare le uscite e quindi indebitarsi."

Cosa non si sta facendo, secondo lei, in Italia per evitare il collassamento dell'economia?

"Ciò che non è ancora stato fatto è cercare di salvare le piccole e medie imprese italiane con una politica seria di aiuti e sostegni. Si ha come l'impressione in questo Paese che le aziende piccole e medie debbano scomparire. Del resto i conti tornano. Le grandi imprese si sono già trasferite altrove, nelle nazioni forti dell'Europa centrale."

Signor Modica, si ha quasi l'impressione che si stia lavorando allo scopo di far fallire l'Italia.

"Esattamente. Tenga conto che anche le grosse industrie da noi rimaste, e mi riferisco a quelle automobilistiche, stanno attraversando un periodo nero per via della sospensione della produzione di microchip. Tutto sembra essere finalizzato a sostituire la nostra economia di produzione con quella d'importazione. Si era iniziato durante il Covid con lo smantellamento della nostra imprenditoria e si sta proseguendo su questa strada. La guerra è solo il pretesto per giustificare l'ingiustificabile che avviene sotto gli occhi di tutti."

Molte aziende che non producono più in Italia sono la prova evidente delle politiche errate condotte negli ultimi anni.

"Nessuno si è impegnato ad evitare la situazione che stiamo vivendo e la dimostrazione che c'è dietro tutto questo un programma di distruzione ci giunge proprio dalle aziende che operano nell'agricoltura. Abbiamo prodotti che sono vere e proprie eccellenze, come le arance e i pomodori e siamo costretti a mandarli al macero per acquistare quelli dell'estero inferiori per qualità e tracciabilità."

Lei ravvisa una luce in fondo all'orizzonte?

"Assolutamente no. Per me non abbiamo futuro. Le tasse sono troppe e tartassano tutti. Si pensava che dopo il Covid tutto sarebbe ripartito. Ma quale ripartenza? La sofferenza ci è rimasta addosso e non si ha più la forza di ripartire. Si pensava che ci sarebbe stato uno slancio da parte dello Stato, un incoraggiamento a ricominciare, ma non si è visto niente."

Quali imprese secondo lei allo stato attuale sono in minore sofferenza?

"Io non parlerei di categorie ma di contratti. A passarsela meglio sono le imprese che si ritrovano con vecchi contratti di fornitura di gas, elettricità, telefonia ancora validi. Ma qualora cessassero per scadenza dei termini, si troverebbero in ginocchio come tutte le altre. Noi ad esempio, parlo a nome delle mie due aziende ovviamente, abbiamo stipulato un contratto per la fornitura di energia elettrica con una nuova azienda che ci ha proposto costi per noi vantaggiosi. Si tratta di un'offerta di lancio, di una delle tante proposte da parte di chi cerca una collocazione sul mercato. Ma lei sa bene che non si può fare affidamento a vita su questi contratti, perché a scadenza."

Signor Modica, le chiedo sulla base della sua longeva attività imprenditoriale, come si comporta lo Stato verso chi è ligio e ottemperante?

"Sicuramente, più onesto e più rispettoso della Legge sei, più lo Stato ti tartassa. Parto dalla mia esperienza imprenditoriale. Le mie aziende lo smaltimento lo fanno secondo norma. Spendiamo mensilmente 2500 euro per il cassone che trasporta il materiale da smaltire. A questi si aggiungono i 22000 euro che il Comune di pertinenza ci chiede tramite bolletta in base ai metri quadri degli stabilimenti, e che non ci spetterebbe di pagare perché allo stesso scopo è il versamento su citato. Infine, abbiamo i vari costi per la sicurezza sul lavoro che sono tanti."

Signor Modica, mi sta dicendo che le sue aziende che operano esclusivamente nel pieno rispetto dell'ecologia non usufruiscono di alcuna agevolazione o sostegno?

"Non solo non abbiamo alcuna agevolazione, ma spendiamo anche di più proprio perché utilizziamo materiale prodotto dal riciclo di bottiglie di plastica e di nuovo riciclabile dopo l’utilizzo così da non lasciare alcun tipo di scorie nell’ambiente. La mia azienda che lavora il sublimatico è una delle poche col bilancio in attivo e che resistono ancora, incentrate sulla produzione dei grandi formati di oltre 5m. Noi abbiamo investito molto sulla qualità e sull'affidabilità, così come già hanno fatto per obbligo di legge altri paesi presenti in Europa, come Olanda, Inghilterra, Francia, Germania e Svezia."

I miei complimenti sinceri. Ad ascoltare la prima parte della sua risposta si resta basiti. Lo Stato non s'impegna in alcun modo a sostenere le imprese. Con la legge che obbliga al monouso della plastica, cosa è cambiato per voi?

"È una legge limitante e senza senso, in quanto il riciclabile sarebbe già la soluzione. Perché quindi andare ad imporre il monouso?"

Di incongruenze ce ne sono tante e forse si è troppo buoni, se non sciocchi, a non vedere i giri contorti che ci sono dietro le leggi economiche attuate. Che Paese può essere quello che non premia iniziativa e produttività delle sue aziende migliori? Che senso può avere andare contro i propri cittadini? Sarebbero tante le domande e una sola la risposta che non si vuol trovare forse perché troppo dolorosa da accettare. Abbiamo sentito la sofferenza di un imprenditore italiano che si fa portavoce del malcontento diffuso che c'è nel settore aziendale.

Ringraziamo Angelo Modica per la partecipata testimonianza che ci giunge da chi ha investito la propria vita in un progetto che va oltre lui stesso e non dimentica l'ambiente, né le generazioni che verranno. All'imprenditore Modica e alle sue aziende i migliori auguri da parte mia e di tutta la Redazione

 

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Ippolita Sicoli
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